Né professionisti della politica, ma neppure ignoranti. Il Movimento 5 Stelle si attrezza per arrivare preparato in Parlamento – ed eventualmente al governo. Per farlo non esita a cambiare un’altra volta pelle: per candidarsi gli iscritti M5s potranno (o forse dovranno) frequentare un corso di insegnamento online su come diventare portavoce.
Sul blog di Beppe Grillo il senatore-filosofo Nicola Morra non a caso usa un’espressione weberiana – i “professionisti della politica” – per indicare quelli che i Cinquestelle non vogliono diventare, ma – specifica – “non dobbiamo neppure permettere che si possa mettere minimamente in discussione la nostra preparazione o la nostra competenza” perché “il primo obiettivo del potere non democratico è l’ignoranza, l’incoscienza dei cittadini, che così divengono sudditi”. Fra qualche mese si tornerà a votare ed entrerà in Parlamento “la seconda ondata dello Tsunami che a febbraio 2013 ha sconvolto la politica italiana”.
Per questo è necessario che “chi verrà chiamato a rappresentare le 5 stelle sia da subito energico e raffinato nel lavorare all’interno di Aule e Commissioni”. Insomma, il M5S stavolta non vuole correre rischi di imbarcare sprovveduti. Che si sia forza di Governo od opposizione – è il ragionamento dei Cinquestelle – “si andrà a combattere” per difendere valori ed idee. Per questo il Movimento ha predisposto su Rousseau un “corso per parlamentari” affinché la lotta non sia “semplice testimonianza” – e qui Morra sceglie l’esempio del ragazzo che a piazza Tien An Men tentò di arrestare un carro armato con lo sventolio di bandiere – ma sia una battaglia fatta “con la sapienza di chi sa usare tutte le armi regolamentari e procedurali possibili”. I corsi – arrivati ora al secondo modulo – serviranno quindi a fare una scrematura degli aspiranti portavoce in vista delle parlamentarie e a preparare una potenziale classe dirigente preparata attraverso una sorta di scuola delle Frattocchie online. E per chi è già parlamentare, ci sono sempre i canali tradizionali, come l’università. Non è un caso che la senatrice Paola Taverna si sia iscritta a Scienze politiche e abbia superato non più tardi di qualche settimana fa un esame di diritto.