“Ho pagato tutti i partiti“. E’ quanto avrebbe confermato Luca Parnasi, il costruttore coinvolto nell’inchiesta sullo Stadio della Roma, durante il lungo interrogatorio, durato circa 5 ore, a Rebibbia. “Ha chiarito”, ha commentato con LaPresse il legale di Parnasi, Giorgio Tamburini.
L’inchiesta. Nove persone sono state arrestate il 13 giugno scorso nell’ambito dell’indagine coordinata dalla procura della Repubblica capitolina. Tra gli arrestati, oltre a Parnasi, Adriano Palozzi, vicepresidente del Consiglio Regionale eletto con Forza Italia, Luca Lanzalone, l’avvocato presidente di Acea e vicino al Movimento Cinque Stelle, e Michele Civita (Pd), consigliere regionale ed ex assessore nelle giunte Zingaretti prima alla Provincia e poi alla Regione. Gli altri cinque sono collaboratori del gruppo Parnasi.
Associazione a delinquere, corruzione, traffico di influenze, frodi fiscali, finanziamenti illeciti sono i reati contestati, a vario titolo, alle nove persone. L’indagine nasce da una prosecuzione di quella sulla corruzione di Raffaele Marra, ex collaboratore della sindaca di Roma Virginia Raggi, non coinvolta dal procedimento. Di lì gli inquirenti sono partiti con intercettazioni e verifiche capillari sulla procedura per il progetto dello stadio presentato dal gruppo Parnasi.