Matteo Salvini tira dritto e traccia la linea, non solo della Lega ma dell’intero centrodestra. “Non è necessario o sufficiente per essere un buon sindaco o un buon governatore avere una tessera. Ci stiamo impegnando per vedere se c’è gente nuova, coraggiosa e stimata che si vuole impegnare: per loro le porte della Lega e del centrodestra sono aperte, senza egoismi di partito” dice il leader della Lega passeggiando verso il Lingotto di Torino. In sostanza il Capitano – all’indomani del voto del Senato che ha autorizzato il tribunale di Catania a processarlo per il caso Gregoretti – si concentra sull’immediato: regionali e posizionamento del Carroccio in Europa.
L’isolamento in Ue, che la base gli sta rimproverando, merita un cambio di rotta. per questo Salvini si presenta alla stampa Estera, spalleggiato da Giancarlo Giorgetti, e ufficializza una sorta di ‘manifesto’ del Carroccio che guarda proprio a Bruxelles e prende le distanze da Fratelli d’Italia: “Non essendo destra radicale non abbiamo competitor. Noi siamo un partito che parla a tutti. Più crescono i movimenti alla nostra destra, ma non solo, meglio è”. Salvini si spoglia della felpa e indossa la veste di moderato. L’obiettivo da raggiungere, senza fretta ma a piccoli passi, è quello di avvicinare la grande famiglia del Partito popolare europeo, per non dover rinunciare a quella fetta di elettorato, che Salvini pensa di conquistare. E a portarlo per mano sarà proprio Giorgetti, che in Europa e soprattutto con Angela Merkel vanta rapporti di stima.
Un cambio di marcia, dunque, che include anche le prossime regionali e che rischia però di esacerbare ancora di più il rapporto con gli alleati, in particolare con Giorgia Meloni. Salvini mette sul piatto, senza possibilità di essere frainteso, che la strada giusta è quella di rivisitare “insieme” gli accordi nella coalizione che riguardano non solo la Puglia, ma anche Marche e Campania. Il concetto è semplice: la Lega vuole per le prossime elezioni nomi che vengano dalla società civile, senza però contraccolpi per la coalizione. Salvini parla da “leader del centrodestra- attaccano fonti di Fratelli d’Italia – Ma nessuno gli ha mai dato quel ruolo”. Anche Meloni, che ha preferito non replicare, per evitare una frattura insanabile, viene riferito, è stanca dei giochetti della Lega, che per non prendersi le responsabilità di quanto accaduto in Emilia Romagna (visto che la candidata era stata indicata da via Bellerio insistono da Fdi) ora la manda in ‘caciara’ pensando di potersi risollevare in un’altra regione, visto che ormai sa che in Toscana non potrà avere la sua rivincita. In tutto questo Berlusconi fa il terzo uomo, mentre i due litigano. Per quanto riguarda la Campania non ha alcuna intenzione di sottostare ai diktat del Carroccio e soprattutto, è il ragionamento, non “sarò io a risolvere i problemi tra quei due” . Da Forza Italia arriva lo stop di Mara Carfagna, che per la prima volta è d’accordo con Salvini: “C’è bisogno di reinterpretare il bisogno di rinnovamento che arriva dai cittadini. Caldoro è divisivo, forse siamo ancora in tempo per sederci attorno a un tavolo e trovare una proposta condivisa”.