Tre mesi ancora per decidere il destino dei Giochi di Tokyo 2020 è il lasso temporale stimato da Dick Pound, il membro più longevo del Comitato olimpico internazionale (CIO), per valutare se ci sono i margini o meno per poter organizzare l’evento olimpico minacciato dal coronavirus in rapida diffusione dalla Cina. Il tempo stringe. Pound, in un’intervista all’Associated Press , non si mostra allarmista ma parla in maniera franca e schietta dei rischi che corrono i Giochi nipponici, in programma dal 24 luglio. Pound è membro del Comitato Olimpico Internazionale dal 1978, 13 anni in più rispetto all’attuale presidente Thomas Bach, e dunque di situazioni complesse ne ha viste e vissute. “Si potrebbe rimandare la decisione fino a fine maggio e sperare che il virus sia sotto controllo”, ha dichiarato. E se si arrivasse tra tre mesi senza ancora margini di sicurezza adeguati, Pound non esclude si possa arrivare anche alla soluzione più estrema, quella della cancellazione dell’evento. “Questa è la nuova guerra e devi affrontarla. La gente si dovrà chiedere: ‘È tutto sufficientemente sotto controllo per essere sicuri di andare a Tokyo, o no?'”, ha aggiunto Pound.
Cina, Corea, Iran ma non solo. Oggi la Cina ha segnalato 508 nuovi casi e altri 71 decessi, 68 dei quali nella città centrale di Wuhan, dove l’epidemia è stata rilevata per la prima volta nel dicembre scorso. Gli aggiornamenti portano a 77.658 casi e 2.663 morti in Cina. La Corea del Sud è il secondo Paese più contagiato con 977 persone che hanno contratto il virus (10 decessi). Ma cluster della malattia stanno ora comparendo in Medio Oriente e in Europa. Ciò potrebbe segnalare un nuovo ‘stadio’ nella diffusione del virus (che ha già fatto quattro decessi in Giappone). E proprio l’Italia, salita improvvisamente al terzo posto tra i Paesi più colpiti, è finita tra gli osservati speciali, finendo per essere direttamente coinvolta nell’emergenza. Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, membro CIO, si tiene ogni giorno in stretto contatto con Losanna e nel corso della Giunta nazionale di ieri ha “dato rassicurazioni sui Giochi così come le ha ricevute dal CIO”, è quanto si legge nel comunicato. Il programma dunque non cambia, come già aveva confermato due giorni fa. Si attende l’evolversi della situazione, sperando ovviamente di uscire dall’emergenza. Al momento l’Italia ha 184 qualificati di cui 92 uomini e 92 donne.
Pound ha incoraggiato gli atleti a continuare gli allenamenti in vista dei Giochi invitando dunque alla calma. Ne sono attesi circa 11.000 per le Olimpiadi e altri 4.400 per le Paralimpiadi, che apriranno il 25 agosto. Le moderne Olimpiadi risalenti al 1896 sono state cancellate solo in tempo di guerra, e hanno dovuto affrontare boicottaggi nel 1976 a Montreal, nel 1980 a Mosca e nel 1984 a Los Angeles. Le Olimpiadi del 1940 dovevano disputarsi a Tokyo ma furono annullate a causa del conflitto tra Giappone e Cina. Non un buon viatico. Pound ha definito l’incertezza un grave problema e ha ribadito la posizione del CIO facendo riferimento ai continui contatti con l’Organizzazione mondiale della sanità, organo delle Nazioni Unite: nessuna decisione viene infatti presa prima di averlo consultato. E al momento, i Giochi sono in programma. “È una grande decisione e non puoi prenderla fino a quando non si hanno fatti affidabili su cui basarla”, ha dichiarato Pound, il quale ha aggiunto che qualunque segnalazione il CIO stia ricevendo questa al momento “non richiede la cancellazione o il rinvio delle Olimpiadi”.
Per il veterano del CIO è comunque improbabile il trasferimento in un’altra città: “Spostare la sede è difficile perché ci sono pochi luoghi al mondo che potrebbero pensare di attrezzare strutture in così poco tempo”. E inoltre si è detto contrario ad una ‘dispersione’ degli eventi in vari luoghi perché ciò toglierebbe il senso e il valore stesso dei Giochi olimpici: “Si finirebbe per svolgere una serie di campionati del mondo”. Inoltre l’ipotesi di tenere le Olimpiade a Tokyo ma spostarle di qualche mese sarebbe per Pound improbabile perchè non soddisferebbe le emittenti nordamericane, i cui appuntamenti sono congestionati in autunno, dal football americano al basket, dal baseball all’ hockey su ghiaccio passando per il calcio europeo. Naturalmente, anche altre emittenti mondiali hanno una programmazione già piena. E rimandarla di un anno? Il Giappone sta ufficialmente spendendo 12,6 miliardi di dollari per organizzare le Olimpiadi, anche se una commissione nazionale per la revisione contabile afferma che il Paese sta spendendo il doppio. “Bisogna chiedersi se riuscirebbero a tenere la bolla (economica, ndr) per un altro anno”, ha detto Pound. Insomma margini non sembrano ce ne siamo.