Proprio mentre escono numeri sempre più cupi sui contagi, i sindacati si confrontano con i ministri dell’Economia Roberto Gualtieri e del Lavoro Nunzia Catalfo. Un vertice teso, in video conferenza, iniziato con oltre un’ora di ritardo. Il nodo da sciogliere? La possibilità di scongelare il blocco ai licenziamenti in vigore ormai da mesi. Il Governo lo ha prorogato, con poche eccezioni, sino a fine anno. Ma Cgil, Cisl e Uil vorrebbero una protezione prolungata, almeno anche per i primi tre mesi del 2021.
La settimana scorsa l’esecutivo aveva lasciato intendere che, dopo il 31 dicembre, le cose sarebbero tornate vicine alla normalità, con i licenziamenti quasi sempre consentiti, non ovviamente per le aziende che ricorrono alla cassa integrazione. La situazione epidemiologica, però, in pochissimi giorni è precipitata: voci (per ora respinte da Palazzo Chigi) parlano di un imminente blocco dei trasporti inter-regionali. Inevitabilmente, tutto questo cambierebbe le prospettive economiche. Via XX settembre, sinora, immaginava un 2020 con un -9% di Pil. Un record negativo, certo. Ma è pronto uno scenario peggiore, già dichiarato: un calo a doppia cifra, del -10,5%.
E se questa sarà la cifra più vicina alla realtà, allora il segretario generale della Cgil Maurizio Landini chiede di mantenere il blocco sino al 21 marzo 2021: “Per quale motivo l’emergenza dovrebbe aprire ai licenziamenti? E’ un atto di irresponsabilità. Il blocco è stato il passaggio forte che ci ha permesso di gestire, nei mesi scorsi, una situazione difficilissima, io credo che non vada rotto”, dice il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. Simile la posizione di Pierpaolo Bombardieri della Uil: “Abbiamo già detto in altre occasioni, e lo ripeteremo in questa sede, che la crisi sociale è dietro l’angolo e noi siamo molto preoccupati – dichiara in una nota – chiediamo alla politica e al Governo di non chiudere gli occhi”.
Nel precedente confronto Governo-sindacati, sabato scorso, l’esecutivo aveva annunciato che, accanto alla manovra, avrebbe varato un decreto per estendere la cassa integrazione Covid sino al 31 dicembre per tutte quelle imprese e i lavoratori che hanno già utilizzato le 18 settimane previste dal decreto agosto. I sindacati, in una nota congiunta, avevano parlato di “un fatto positivo, ma non sufficiente”, ribadendo anche in quell’occasione che il blocco dei licenziamenti andrebbe prorogato “sin che dura questa straordinaria condizione di crisi sanitaria”.
Intanto, con gli annunci di diversi ministri, si fanno più chiari i contorni della manovra, il cui testo definitivo approderà a breve in Parlamento. Catalfo, conferma la decontribuzione fino a tre anni per chi assume giovani under 35. Verranno inoltre introdotte novità sul contratto di espansione: sarà attivabile da imprese con un minimo di 500 unità (adesso la soglia è a 1.000 unità). Il contratto può essere attivato da aziende che intendono avviare processi di rinnovamento tecnologico, reindustrializzazione e riorganizzazione: esse possono sottoscrivere un accordo per consentire lo scivolo pensionistico di 5 anni ai lavoratori prossimi alla pensione. L’accordo consente di riconoscere ai pensionandi un’indennità mensile comprensiva della Naspi, con costi imprenditoriali ridotti.
Catalfo annuncia anche che il dicastero del Lavoro sta studiando “una modifica normativa che alleggerisca i requisiti di accesso alla Naspi da parte dei giovani con carriere lavorative discontinue”. La ministra, inoltre, spiega che la sua squadra sta studiando anche una norma per incentivare il ricambio generazionale. Sul fronte delle attività più in difficoltà – spettacoli, cultura e turismo – il ministro Dario Franceschini annuncia che le misure di sostegno continueranno. Vi sono circa un milione di famiglie che hanno richiesto il bonus vacanze ma non lo hanno potuto utilizzare. Si va perciò verso una proroga: la scadenza non dovrebbe più essere il 31 dicembre 2020 ma il il 30 giugno 2021.