La Corte suprema americana sarebbe pronta a ribaltare la storica sentenza Roe v. Wade del 1973 che ha legalizzato l’aborto negli Stati Uniti. La bozza della decisione, scritta dal giudice Samuel Alito e anticipata da Politico, è stata confermata dalla corte stessa, che ha però precisato che non si tratta della sua “posizione finale”, e il presidente John Roberts ha ordinato indagini sulla fuga di notizie, sottolineando che non minerà “l’integrità delle nostre operazioni”.
Nel testo si afferma che la sentenza Roe v. Wade e la decisione del 1992 Planned Parenthood vs Casey, che in gran parte ha confermato il diritto all’aborto, devono “essere annullate”, scrive Alito nel documento di 98 pagine pubblicato da Politico, “è tempo di dare ascolto alla Costituzione e restituire la questione dell’aborto ai rappresentanti eletti del popolo”. La decisione della Corte, a maggioranza conservatrice sei giudici contro tre, non sarà definitiva fino a quando non sarà pubblicata, era attesa nei prossimi due mesi, ma il clamore delle anticipazioni potrebbe influire sui tempi.
Se la Corte suprema ribalta la sentenza Roe v. Wade, “spetterà ai funzionari eletti della nostra nazione a tutti i livelli di governo proteggere il diritto di scelta delle donne. E spetterà agli elettori eleggere funzionari pro-scelta questo novembre” alle elezioni di Midterm, la reazione del presidente americano Joe Biden, “a livello federale, avremo bisogno di più senatori pro-scelta e di una maggioranza pro-scelta alla Camera per adottare una legislazione che codifichi Roe, lavorerò per farla approvare e firmare la legge”.
“Credo che il diritto di scelta di una donna sia fondamentale, Roe è legge del paese da quasi cinquant’anni e l’equità di base e la stabilità della nostra legge esigono che non venga ribaltata”, ha rimarcato Biden, spiegando che l’amministrazione è pronta a qualsiasi esito delle cause pendenti.
I democratici hanno annunciato battaglia, il leader al Senato Chuck Schumer ha detto di voler tenere una votazione sull’aborto, e la speaker della Camera Nancy Pelosi ha accusato i giudici conservatori, “che non sono in alcun modo responsabili nei confronti del popolo americano, hanno mentito al Senato degli Stati Uniti, strappato la costituzione e contaminato la reputazione della Corte”. Il progetto di parere in effetti afferma che non esiste alcun diritto costituzionale ai servizi per l’aborto e consentirebbe ai singoli stati di regolamentare più pesantemente o vietare completamente la procedura.
Il rapporto arriva nel mezzo di una spinta legislativa per limitare l’aborto in diversi stati a guida repubblicana. Secondo il think tank pro-aborto del Guttmacher Institute, 26 stati vieterebbero l’aborto se Roe v. Wade venisse ribaltata, e di questi 22 hanno già divieti totali o quasi totali. L’Oklahoma, ad esempio, ha approvato un progetto di legge nelle ultime settimane che entrerà in vigore quest’estate e che rende l’aborto un reato. Come molte leggi anti-aborto approvate quest’anno negli stati guidati dal Gop, non prevede eccezioni per stupro o incesto, solo per salvare la vita della madre. Otto stati democratici hanno invece protetto o ampliato l’accesso alla procedura, inclusa la California, che ha approvato una legislazione che la rende meno costosa e sta considerando di trasformarsi in un ‘santuario dell’aborto’ se la sentenza Roe venisse ribaltata.