Sempre meno bambini e sempre più poveri. L’Italia nel 2023 ha conosciuto un nuovo record negativo per la natalità, con meno di 380mila nuovi nati, mentre la povertà continua a colpire i minori, i più piccoli in particolare: il 13,4% delle bambine e dei bambini tra 0 e 3 anni è in povertà assoluta e circa 200mila bambini di età compresa tra 0 e 5 anni (8,5% del totale) vivono in povertà alimentare, ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni.
Le regioni più interessate
Oltre la metà risiede nel Mezzogiorno (Sud e isole), dove la percentuale sale al 12,9%. Quasi un bambino su dieci (9,7%) della stessa fascia d’età ha sperimentato la povertà energetica, cioè ha vissuto in una casa che non era adeguatamente riscaldata in inverno. È la preoccupante istantanea scattata da Save the Children nella XV edizione dell’Atlante dell’Infanzia (a rischio) in Italia, dedicato ai primi anni di vita. Secondo il rapporto, le famiglie in povertà assoluta in cui sono presenti minori sono quasi 748mila, con un’incidenza pari al 12,4%, famiglie che si sono confrontate negli ultimi anni anche con aumenti rilevanti dei prezzi al consumo di alcuni beni e servizi essenziali per la prima infanzia.
Dal 2019 al 2023, infatti, la spesa per prodotti alimentari per la prima infanzia (latte e pappe) è salita del 19,1% (più dell’aumento dell’inflazione pari al 16,2%) mentre il costo per la frequenza degli asili nido è aumentato dell’11,3%, con riferimento in particolare all’offerta privata (mentre per i posti finanziati dai Comuni l’aumento è pari all’1,5%). Oggi meno di un bambino su tre dagli zero ai due anni (30%) trova posto in un asilo nido, con forti disparità territoriali. Nel 2026, quando dovrebbero concludersi gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, “si stima che l’offerta di servizi educativi per la prima infanzia salirà al 41,3% a livello nazionale, non lontano dal target del 45% fissato a livello europeo per il 2030. Tuttavia – evidenzia Save the Children – questa crescita rischia di non compensare i divari territoriali, tanto che due Regioni, Campania e Sicilia, che attualmente hanno il tasso di copertura più basso in Italia (rispettivamente del 13,2% e del 13,9%), in base alle stime sui progetti in corso, non riuscirebbero a raggiungere neanche il 33%, arrivando la prima al 29,6% e la seconda al 25,6%”. “Troppi genitori oggi in Italia affrontano la nascita di un bambino in solitudine, senza poter contare su adeguate reti di sostegno.
Più servizi educativi e supporto alla prima infanzia
Il supporto alla prima infanzia è un obiettivo da mettere al centro di tutte le scelte della politica: nel campo della salute come in quello dei servizi educativi, nel contrasto alla povertà così come nella tutela dell’ambiente”, commenta Claudio Tesauro, presidente di Save the Children. “La Legge di Bilancio 2022 ha fissato una soglia minima di copertura del servizio per ogni Comune entro il 2027 ma a oggi vi sono molte incertezze sul raggiungimento dell’obiettivo, soprattutto per i bambini del Sud”, avverte Raffaela Milano, direttrice ricerca dell’organizzazione.