È il disastro naturale più mortale della storia della Spagna a memoria d’uomo, quello causato dalle piogge torrenziali portate dal fenomeno meteorologico Dana. Almeno 158 i morti, di cui 155 solo nella regione più colpita, quella di Valencia.
Otto persone trovate senza vita in un garage
Le squadre di soccorso hanno cercato senza sosta i corpi bloccati nelle auto sommerse e negli edifici allagati. Otto persone, tra cui un poliziotto, sono state ritrovate senza vita: erano rimaste intrappolate in un garage nel quartiere La Torre, a Valencia. Altri cadaveri sono stati estratti dai veicoli trascinati dalla corrente di fango e detriti. Alcuni hanno approfittato del caos e della distruzione per saccheggiare i centri commerciali delle aree più colpite, rubando oggetti di lusso, telefoni, pc e profumi di marca. Almeno 39 persone sono state arrestate con l’accusa di sciacallaggio.
L’arrivo di Pedro Sanchez
Nella regione in ginocchio di Valencia è arrivato in visita il primo ministro Pedro Sanchez. Dopo aver incontrato il governatore Carlos Mazón e aver fatto tappa al Centro di coordinamento operativo integrato (Cecopi), il premier ha invitato gli abitanti di Valencia e Castellon a rimanere a casa “perché la Dana continua”. “In questo momento la cosa più importante è salvaguardare il maggior numero di vite possibile”, ha detto parlando al termine della sua visita, “siamo alle porte di un ponte che ci tocca emotivamente perché domani è il giorno di Ognissanti, restate in casa e salvate vite”. Sanchez ha poi assicurato di aver “mobilitato una quantità ingente di risorse e forze” per le zone colpite: “Il governo spagnolo è qui, non lasceremo solo il popolo valenciano”.
Si teme un nuovo peggioramento
La pioggia intanto non si è fermata. Temendo un nuovo brusco peggioramento, l’agenzia meteorologica statale spagnola ha emesso un’allerta rossa per la provincia di Castellon, nella regione di Valencia, poi revocata nel pomeriggio. È rimasta in vigore invece l’allerta arancione per sei comunità in Andalusia, Aragona, Catalogna e Comunità Valenciana, mentre per Castilla y León, Estremadura e Ceuta è stata diramata un’allerta gialla.
Polemiche su presunti ritardi nel dare l’allerta
Mentre è continuata la conta dei dispersi e dei danni, sono cresciute le polemiche sul presunto ritardo di ore da parte delle istituzioni nell’avvertire la popolazione del pericolo della Dana. Andreu Salom, sindaco del paese valenciano di L’Alcudia, si è lamentato del fatto che lui e gli abitanti del suo paese non fossero stati avvertiti del rischio di esondazione del fiume Magro che scorre lì accanto. “Io stesso stavo andando a controllare il livello del fiume perché non avevo informazioni”, ha raccontato Salom, “sono andato con la polizia locale ma siamo dovuti tornare indietro perché uno tsunami di acqua, fango, canne e sporcizia stava già entrando in città”. Arrabbiato è anche Juan Ramón Adsuara, primo cittadino di Alfafar, sempre nella regione di Valencia. “Ci hanno dimenticato. Non vediamo un camion dei pompieri da giorni e ci sono persone che vivono con cadaveri in casa“, ha detto in un’intervista, “ci stiamo organizzando, ma stiamo finendo tutto”. Il governatore della regione, Carlos Mazón, ha fatto sapere di aver chiesto aiuto all’esercito per il supporto logistico e la distribuzione degli aiuti alla popolazione. Ma questo non lo ha risparmiato dalle critiche. Il ministero dell’Interno ha voluto precisare che era compito della regione inviare i messaggi di avviso alla popolazione, così come era sua competenza l’attivazione dei piani territoriali di protezione civile per le emergenze. Mazón ha tentato di difendersi, precisando che “tutti i nostri supervisori hanno seguito il protocollo standard”.