Le ricche squadre del nord, che si giocavano il titolo e consideravano classiche solo le sfide che allacciavano le strade che portavano da Torino a Milano, avevano l’abitudine a guardare alle partite tra Roma e Napoli come a una sorta di ‘derby dei poveri’. Dimentichiamoci del Napoli di Maradona e concentriamoci sul periodo in cui la Roma era sopratutto “rometta”. Di qui la definizione del derby del sud o, peggio ancora, del “derby dei poveri”. Ma la vicenda di quest’anno è completamente diversa… altro che derby dei poveri.
La Roma è prima in classifica con un rush di sette vittorie consecutive e il Napoli è secondo e imbattuto: e se non fosse per quello sciagurato pareggio in casa contro il Sassuolo la storia sarebbe ancora più interessante da leggere con una sfida al vertice tra due squadre imbattute. Oggi la storia del campionato dice che Napoli e Roma sono le squadre la cui quota scudetto è più fortemente in flessione: banale come l’acqua calda. Si abbassa la quota si alzano le probabilità. I bookmaker ci vogliono rischiare il meno possibile. Perché evidentemente ci credono.
Per cui in un insolito anticipo del venerdì sera dovuto ai soliti e insopportabili motivi di sicurezza, ecco di fronte le due squadre compagini che a tutt’oggi hanno espresso il miglior gioco nel nostro campionato e che, partendo da una rivoluzione tecnica estiva nemmeno troppo semplice da gestire, hanno trovato subito l’assetto e gli uomini ideali per le idee dei due allenatori.
La Roma, dopo due anni a dir poco disastrosi, ha deciso di affidarsi, tra lo scetticismo generale, a Rudi Garcia; il tecnico francese ha subito riportato serenità nell’ambiente giallorosso, mettendo al centro del suo progetto tattico Totti e De Rossi e rigenerando giocatori che sembravano in crisi come Balzaretti e Pjanic. Grande merito va dato anche al ds Sabatini che a fronte delle cessioni di Osvaldo, Lamela e Marquinhos, necessarie per ripianare i bilanci, si è assicurato giocatori del calibro di Strootman, Benatia, Gervinho, De Sanctis e Maicon che hanno dato solidità ed esperienza alla squadra. Solo oggi ci si rende conto di quale fosse l’idea di Garcia: e anche se innegabilmente la storia dell’allenatore parla di una preparazione votata a partenze in tromba da gestire con qualche affanno in primavera, è innegabile che la Roma viaggi a una velocità siderale.
Il Napoli dal canto suo ha chiuso l’era Mazzarri e ceduto il matador Cavani al PSG; il presidente De Laurentiis non ha però badato a spese, alla guida del club ha chiamato Rafa Benitez e come punta ha ingaggiato Gonzalo Higuain, due figure in grado di non far rimpiangere i propri predecessori ed accendere gli entusiasmi della piazza. Una delle prime richieste del tecnico spagnolo è stata quella di avere una rosa ampia in grado di competere su più fronti, oltre a Higuain sono così arrivati a Napoli Mertens, Albiol, Callejon, Reina e Zapata. Benitez ha, così come ha sempre preteso dove di solito ha allenato con buoni risultato, due giocatori per ogni ruolo. E una discreta duttilità di scelta.
Se non sarà condizionata dalla stanchezza dei numerosi giocatori impegnati con le nazionali in settimana, e dai soliti incidenti che rendono qualsiasi spettacolo grandioso come questo, insopportabile, la partita dell’Olimpico si preannuncia spettacolare ed entusiasmante. Vinca il migliore: a oggi difficile dire chi sia…
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