L’atmosfera orientale deve far bene alla nazionale di basket spagnola. A tredici anni dal trionfo in Giappone del 2006 le Furie Rosse si ripetono in Cina e tornano per la seconda volta nella loro storia sul tetto del mondo. La finale di Pechino è un monologo iberico: le ‘Furie Rosse’ travolgono 95-75 una stoica Argentina, costretta a inseguire fin dal primo quarto (23-14) dopo un pessimo inizio (14-2) e mai davvero capace di contrastare le giocate di Ricky Rubio, autore di 20 punti e soprattutto Mvp della manifestazione, e compagni. Nel successo della Spagna c’è anche un pizzico di Italia: la regia dalla panchina di Sergio Scariolo è stata determinante nel trionfo di una squadra che non si presentava al Mondiale con i favori del pronostico. Anzi. Una nazionale che sembrava giunta a fine ciclo ha trovato invece strada facendo l’alchimia giusta per arrivare in fondo, aggrappandosi alla coesione del gruppo e alla grande esperienza in rosa. Rudy Fernandez e Marc Gasol, unici reduci della gloriosa squadra che stupì il mondo intero nel 2006, hanno offerto il loro prezioso contributo anche all’ultimo atto. Il primo ha chiuso in doppia doppia con 11 punti e 10 rimbalzi, il secondo è stato determinante nel duello con Luis Scola, che ha trascinato l’Argentina in finale, limitandolo a 8 punti e giocando una partita ‘totale’ con 14 punti, 7 rimbalzi e 7 assist. Proprio l’ex centro di Memphis, al pari dello stesso Scariolo, si toglie uno sfizio non da poco: nel giro di tre mesi si è infilato l’anello Nba al dito con Toronto e ha vinto un Mondiale con la sua nazionale.
“Abbiamo trovato una chimica fantastica”, ha sottolineato il vice allenatore dei Raptors, che nel lungo elenco di ringraziamenti, dalla federazione iberica alla franchigia canadese, senza dimenticare la famiglia “per aver sopportato molte settimane di assenze”, non poteva non citare i suoi giocatori, con cui – oltre al Mondiale – ha raccolto tre ori a livello europeo e un argento olimpico a Londra 2012. “Ognuno di loro ha messo il noi davanti all’io – ha sottolineato Scariolo – Abbiamo giocato di squadra e portato al limite la nostra capacità difensiva. Ora non ci resta che festeggiare con tutta la Spagna. Oro Mondiale e titolo Nba? Non mi sento speciale per questo, è stato un anno incredibile, non mi sento meglio o peggio degli altri anni”. Ricky Rubio, ex ragazzo prodigio che ha trovato la sua dimensione in Nba pur senza mai sfondare del tutto, abbandona invece l’aplomb del suo coach e si gode questo successo. “Stiamo facendo la storia – ha ammesso l’Mvp del Mondiale – Non siamo il gruppo più forte fisicamente o quello più talentuoso, ma siamo quelli che hanno giocato con più cuore e più di squadra”. Doti fondamentali per costruire imprese del genere.