I prossimi saranno dieci giorni in grado di cambiare valori, posizioni di partenza, ambizioni. La particolarità del campionato che s’inizia domani è infatti l’incompletezza (spesso dichiarata) di quasi tutte le partecipanti alle quali è data l’opportunità di verificarsi non su una ma su due giornate prima della chiusura della sessione estiva. Una sessione di mercato tra le più vivaci degli ultimi anni che ha visto il ritorno all’attività e alle spese più o meno pazze delle milanesi.
Parto dai colpi, a oggi: Kondogbia, in ritardo per stress muscolare, e Miranda; Dybala, Mandzukic e la permanenza di Pogba; Bacca; Dzeko e Salah.
L’unica squadra che ha dimostrato di avere un progetto tecnico chiaro è il Toro che ha svuotato l’ultima Under 21 di Di Biagio prendendo Zappacosta, Belotti, Baselli e quel che mancava di Benassi. La Lazio ha pensato in primo luogo al medio e lungo termine con Milinkovic-Savic, Kishna, Hoedt e Morrison (spiazzante ma intrigante l’attenzione posta su Balotelli). Il Napoli ha tentato di fondere il buono dello scorso anno (attacco) con il meglio di Sarri (fase difensiva) recuperando anche l’uso del centrocampo ma non è riuscito a centrare gli obiettivi primari (Romagnoli, Maksimovic, almeno per ora, Vrsaljko). La Roma è cambiata parecchio, così come l’Inter, il Milan e ovviamente le neopromosse. La Fiorentina ha ancora tanto da fare, Samp e Genoa mi incuriosiscono parecchio.
E poi c’è la Juve, quattro scudetti e una finale Champions in quattro anni. Ha perso Tevez, Pirlo e Vidal, tre delle sei grandi firme, mezza anima, e poco importa se nell’ultima stagione il solo Tevez è risultato determinante: Allegri deve trovare nuove linee di gioco, attribuire nuove responsabilità, per la prima volta conta poco o nulla il vantaggio in classifica accumulato fino a maggio. Le qualità non mancano, la competenza dello staff è indiscutibile.
Le avversarie naturali (Roma, Napoli, Lazio, Fiorentina, Milan, Inter) hanno una grande occasione: se la sprecheranno facendo finire nuovamente il campionato a febbraio dovranno mettere in discussione la propria capacità di fare calcio.
Ivan Zazzaroni
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