Ammissione del tutto spassionata. Patisco gli scommettitori che giocano in base al modo in cui tifano: chi scommette sulla squadra del cuore che dovrebbe vincere sempre; chi punta sulla squadra italiana anche quando il buonsenso ti dice che non è proprio il caso; chi punta contro il ‘nemico di casa’, il cosiddetto cugino, solo per un dispetto che difficilmente si trasformerà in un payout. Mi piacerebbe che il giocatore, e parlo sempre di quello responsabile, e dunque di una persona del tutto contraria rispetto alla descrizione che avete letto fin qui, giocasse usando il buonsenso, le informazioni che ha. Magari sfruttando le opportunità che offre il live, e dunque una lettura analitica attenta e asettica di quello che l’evento sportivo può garantire. Gli eventi sportivi offrono moltissimi spunti di analisi: basta essere attenti e distaccati.
La fortuna non c’entra. Il resto è un orpello: il gioco è gioco. Difficilmente si vince, impossibile vincere sempre. Ma è possibile limitare le possibilità di perdere: così quando ieri mattina un amico mi ha chiamato dicendo “ho scommesso su Nibali e sulla Nazionale di pallavolo” la mia reazione è stato un ‘uhm’ di disappunto. Come dire, soldi tuoi affari tuoi.
Mai scommettere così, seguendo il cuore per quanto la testa vada spesso dove ci porta lui. Il circuito di Firenze e la giornata di pioggia ci dicevano che non era il caso: rischio troppo grande. E di sicuro il buon senso o il fiuto e una discreta conoscenza del ciclismo, non ci avrebbe mai suggerito il portoghese Rui Costa come uomo vincente. Un portoghese che vince un mondiale di ciclismo non si era mai visto.
Contro la Russia l’Italia non poteva vincere: troppo più forti, potenti, esperti e quotati i russi ed è già un miracolo che gli azzurri abbiano portato a casa un secondo posto ben diverso da quello conquistato nel 2011 in Austria e Repubblica Ceca dopo la finale persa contro la Serbia. Quella era una Nazionale che stava proiettandosi verso Londra 2012; questa che alla Russia ha comunque rubato un set, è una squadra che Berruto ha traghettato con esperienza e intelligenza a un traguardo importante. Forse anche al di sopra delle sue possibilità. Le scommesse sono una cosa: il cuore un’altra e un buon consiglio è quello di tenere le cose ben distinte.
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