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Bologna, scontro Viminale-Comune sul via libera alla manifestazione dei ‘Patrioti’

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

Non si placa la polemica dopo la manifestazione a Bologna delle organizzazioni di estrema destra Casapound e Rete dei Patrioti, passata anche davanti alla stazione che fu teatro della strage neofascista del 1980, e dopo gli scontri tra polizia e attivisti durante la contro-manifestazione dei centri sociali. In particolare, viene messa in discussione la decisione da parte delle autorità pubbliche di autorizzare il corteo dei ‘Patrioti’ e, con una nota diramata nel tardo pomeriggio di domenica, la Prefettura bolognese ha detto che il via libera è stato deliberato dal comitato provinciale dell’ordine e della sicurezza pubblica, in presenza quindi anche del sindaco Matteo Lepore, smentendo le ricostruzioni secondo cui sarebbe stato il Viminale a superare le perplessità del Comitato e autorizzare la manifestazione.

Prefettura: “No motivazioni per vietare la manifestazione”

“Con riferimento a quanto riportato oggi da alcuni organi di stampa riguardo agli incidenti occorsi durante le manifestazioni che si sono svolte ieri a Bologna, la Prefettura smentisce ricostruzioni fantasiose rappresentate negli stessi: innanzitutto si fa presente che la manifestazione organizzata dal Movimento nazionale rete dei patrioti d’Italia per la giornata di sabato 9 novembre è stata oggetto di approfondito esame in sede di comitato provinciale dell’ordine e della sicurezza pubblica, unica sede nella quale vengono acquisiti e analizzati tutti gli elementi per valutare l’impatto che la stessa avrebbe avuto sull’ordine e la sicurezza pubblica nella città. Dopo attenta analisi si è preso atto della insussistenza di motivazioni che avrebbero potuto legittimare un divieto dello svolgimento della stessa, peraltro preavvisata in Questura con larghissimo anticipo“, si legge nella nota della Prefettura. “Pertanto si è ritenuto, con unanime avviso di tutti i componenti e, quindi, anche del Sindaco Lepore, che la stessa avrebbe potuto più opportunamente svolgersi previa mediazione con gli organizzatori, più volte tentata dalla Questura – che comunque ha ottenuto sia la riduzione del percorso sia quella della durata della manifestazione – finalizzata ad evitare assembramenti nel centro cittadino e quindi a delocalizzarla fuori dall’area storica. Ciò, in ragione del fatto che svolgendosi in un giorno prefestivo, la stessa avrebbe potuto impattare con il consueto affollamento di presenze in città”, prosegue il documento. “È appena il caso di sottolineare che, comunque, le interlocuzioni e, più in generale, ogni opera di mediazione con gli organizzatori, poste in essere dalla questura, hanno consentito uno svolgimento senza turbative di questa specifica manifestazione. Gli incidenti e le aggressioni alle forze di polizia, infatti, si sono registrate esclusivamente da parte dei partecipanti alle concomitanti manifestazioni di anarchici e antagonisti che non erano state oggetto di preavviso all’autorità di pubblica sicurezza, come invece prescritto dalla legge. Si smentisce categoricamente, inoltre, che nessuna indicazione in ordine allo svolgimento dell’evento o alle modalità di gestione dello stesso siano pervenute dal Ministero dell’Interno o da chiunque altro, rientrando ogni valutazione in materia tra le esclusive prerogative e responsabilità dell’autorità provinciale di pubblica sicurezza. Inoltre alla luce di tali considerazioni si può trarre ogni ulteriore più opportuna valutazione anche rispetto ad altre estemporanee affermazioni da alcuni rilasciate, al limite del diffamatorio, sull’operato delle autorità locali e del Governo”.

Il Comune: “Inesattezze, pronti a divulgare il verbale”

“In merito al comunicato diramato dalla Prefettura di Bologna, rilevo che la nota non riporta l’esito del comitato provinciale dell’ordine e della sicurezza pubblica citato che, come correttamente si afferma, è la sede nella quale vengono acquisiti e analizzati tutti gli elementi per valutare l’impatto di una manifestazione sull’ordine e la sicurezza pubblica nella città”, ha replicato il capo di Gabinetto del Comune di Bologna, Matilde Madrid. “In quella sede, alla quale il Sindaco ed io eravamo presenti, si è definito che la manifestazione della Rete dei patrioti, su disposizione del Prefetto e su conforme parere degli astanti, si sarebbe dovuta svolgere fuori dall’area del centro storico, ipotizzando come luogo Piazza della Pace, e per tale finalità si sarebbe attivata la Questura, che a sua volta avrebbe dovuto prendere contatto con gli organizzatori”, aggiunge. “Mi auguro la Prefettura vorrà rettificare quanto scritto sul punto. Diversamente, per quanto irrituale, ma per necessità di trasparenza assoluta verso i cittadini bolognesi, dovremo divulgare il verbale della seduta richiamata”, conclude. 

Fonti Viminale: Comune conferma che non c’è stata chiamata dal ministero

“La precisazione del Comune di Bologna di fatto conferma che il comitato provinciale ordine e sicurezza di fatto non aveva vietato la manifestazione. Conferma che il sindaco non ha chiesto di vietarla, e conferma che la questura doveva mediare con gli organizzatori sulla durata e l’itinerario della stessa, così come poi avvenuto ottenendo il possibile in sede di confronto”, spiegano quindi fonti del ministero dell’Interno. “Ma soprattutto conferma indirettamente anche che non c’è stata mai nessuna chiamata dal Viminale per cancellare un divieto mai espresso dal comitato”.

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