Milano, 1 set. (AWE/LaPresse) – La carenza di microchip fa fermare le aziende? “All’origine del problema c’e’ un problema storico, quello di politiche industriali miopi nel nostro Paese verso il settore dell’elettronica. Poi c’è stata la pandemia, un fatto imprevedibile”. Lo dice a LaPresse Luciano Bonaria, presidente e ceo di Spea, società con sede a Volpiano nel torinese, che dal 1976 progetta e realizza macchinari automatici per il collaudo di microchip, Mems, schede e dispositivi elettronici. “Penso sia accaduto che con il lockdown la gente a casa ferma ha aumentato gli acquisti di prodotti informatici e di telefonia. E chi produce i telefonini usa i microchip. – è l’analisi di Bonaria -.Magari chi produceva automobili invece ne ha ordinati meno pensando di vendere meno veicoli”. “Mentre i fabbricanti di microchip che non si sono mai fermati hanno dirottato le loro linee a servire chi fabbricava telefonini, riducendo la capacità per il settore auto. Quando poi l’automotive è ripreso quelle linee erano già impegnate per un anno”, conclude.
Bonaria (Spea): Microchip? Italia sconta miopia su industria elettronica
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