Il governo della premier britannica Theresa May ha reso interamente pubblico il parere del procuratore generale Geoffrey Cox sul contenuto dell’accordo sulla Brexit. Martedì i deputati di Londra hanno approvato, con 311 voti favorevoli e 293 contrari, una mozione secondo cui l’esecutivo ha commesso “oltraggio al Parlamento” pubblicando solo un estratto di 43 pagine di quel parere, mentre il documento originale è costituito da centinaia.
In un inquietante segnale per May in vista del voto dell’11 dicembre sull’accordo alla Camera dei comuni, contro il governo si è schierato anche il piccolo partito nordirlandese Dup, indispensabile per la maggioranza assoluta.
Il Guardian riporta che nel dossier integrale si legge che il backstop sul confine irlandese – cioè la rete di proteezione per evitare il ritorno della dogana tra Repubblica di Irlanda e Irlanda del Nord, mantenedola nelle convenzioni economiche e commeciali comunitarie nonostante di fatto esca dall’Ue insieme al Regno Unito – potrebbe intrappolare Londra in “protratti e ripetuti giri di negoziati” negli anni a venire. Cox avvisa anche che le disposizioni relative all’Irlanda del Nord, che prevedono un allineamento delle regole all’Ue per evitare una frontiera fisica con l’Irlanda, potrebbero “durare indefinitivamente” in attesa della conclusione del nuovo accordo. Il backstop è al centro dello scontento dei deputati euroscettici, nonché del partito nordirlandese Dup.
May è stata accusata in Parlamento di aver cercato di “indurre in errore” i deputati sull’accordo sulla Brexit, per aver inizialmente rifiutato di pubblicare un parere legale che avrebbe potuto rafforzare l’opposizione al testo. Durante la sessione di domande al governo, il deputato del partito nazionalista scozzese Ian Blackford ha accusato May di aver voluto “dissimulare i fatti” e “indurre in errore” la Camera dei comuni, opponendosi alla diffusione del parare del procuratore generale.