Un sonoro ceffone ben assestato è davvero utile a educare un figlio? Se l’educazione ‘siberiana’ sembrava un approccio superato – e da tempo – da tutte le moderne scuole di pensiero, è Carlo Calenda a riportare la questione più o meno scherzosamente in auge in un poco movimentato sabato pre-pasquale.
Tutto nasce da un commento dell’esponente politico che riguarda la partecipazione del figlio alla manifestazione per il clima con Greta Thunberg a Roma: “Felice del suo idealismo. Ma non facciamo i paternalisti rincorrendo Greta”. “Picchialo! Buona Pasqua”, risponde con ironia l’ex direttore del Foglio, Giuliano Ferrara. “Quello sempre. Di base. Almeno due volte al giorno. Buona Pasqua anche a te”, la replica. Da qui, un infinito fuoco di polemiche di cittadini indignati, al quale il capolista dem alle Europee non si sottrae, ma ribatte punto per punto col petto in fuori. Solo alcuni dei commenti sono evidentemente ironici (c’è chi suggerisce “Picchialo solo se è laziale”) ma, per lo più, è una escalation di attacchi. Nel botta e risposta, che gli ha regalato una posizione tra i trend topic di Twitter, Calenda confessa di essere molto dolce con i figli, ma anche molto severo, tanto che di tanto in tanto un ceffone è volato davvero (“e gli ha fatto un gran bene”, precisa). Poi rincara la dose (questa volta scherzando): “Ogni tanto anche un bel calcione nel sedere funziona. Ma dà meno soddisfazione”.