Il ritorno delle accise, dal primo gennaio 2023, ha spinto i prezzi dei carburanti verso l’alto. Con la fine dello sconto sono infatti ritornate le aliquote in vigore precedenti al 22 marzo 2022. Tradotto, significa un aumento dei prezzi (Iva inclusa) pari a 18,3 centesimi al litro per la benzina e il diesel, e a 3,4 centesimi al litro sul Gpl. In base ai calcoli fare un pieno costerà in media oltre 9 euro in più; e – ipotizzando due pieni al mese – si arriverà a una maggiore spesa di circa 220 euro all’anno. Dal confronto delle medie dei prezzi dei carburanti dei primi tre trimestri del 2021 con quelli del 2022 – in base alle tabelle del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (ex ministero della Transizione ecologica) – emerge che nel 2022 per rifornire le nostre auto abbiamo speso quasi 300 euro in più rispetto al 2021.
In particolare, la media dei prezzi dei primi 9 mesi del 2021 era di 1,588 euro al litro, contro i 1,856 euro al litro dei primi 9 mesi del 2022. In Italia, come in Europa, i prezzi al distributore sono determinati sommando al costo del carburante sul mercato internazionale un margine lordo a copertura di tutti i costi: trasporto, margine gestore, investimenti sul punto vendita, pubblicità, promozioni. Il margine ottimale – secondo i calcoli di Nomisma energia – è di 14 centesimi al litro per benzina e diesel. Il taglio iniziale di fine marzo dell’anno scorso – messo a punto dal governo guidato da Mario Draghi – era di 30 centesimi al litro, poi poi ridotto alla fine di novembre. E ora non prorogato, per decisione del governo di voler dare la priorità alla lotta al caro-energia e attenuare le bollette di luce e gas a famiglie e imprese in dificoltà.
Al momento sia la benzina che il diesel – da un lato per la crescita dovuta alla parte fiscale da un altro per il rialzo dei prezzi raccomandati arrivato alla fine dell’anno – viaggiano sui due euro al litro; e, dopo il recepimento del ritorno delle accise, soltanto il rafforzamento dell’euro sul dollaro sembra riuscire a mantenere un certo equilibrio sulle quotazioni internazionali dei prodotti petroliferi. Quindi, almeno per ora, sul prezzo finale. Di fronte all’incremento dei prezzi – al netto di nuove scelte da parte del governo su alcune misure ad hoc – è stato intanto acceso un riflettore sulla possibile speculazione che potrebbe nascondersi dietro i rincari di benzina e diesel.