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Caso Adam Mohammed, ecco cosa scrive Zuza Nazaruk  su “stupro e libertà di stampa”

 Marocco Wolrd News ha pubblicato un articolo a firma Zuza Nazaruk, di base a Rotterdham, su “Cultura dello stupro e della libertà di stampa: la posta in gioco del caso Soulaiman Raissouni”. Al centro la vicenda ormai nota di Adam Mohammed, il giovane marocchino che ha denunciato di essere stato vittima di violenza sessuale. L’articolo di Nazaruk ricostruisce la vicenda e va oltre. Si legge, ad esempio, “Tutto ha inizio con una serie di post su Facebook pubblicati il 17 maggio. Un giovane, sotto lo pseudonimo di “Adam Mohammed” ha dichiarato di essere stato vittima di abusi sessuali da parte del capo redattore del quotidiano marocchino “Akhbar Al yaoum”, Soulaiman Raissouni, nel suo appartamento, nel 2018. ‘Oggi voglio rivelare di aver subito molestie sessuali e fisiche e di essere stato vittima di un tentativo di abuso sessuale alla fine del 2018’, ha scritto Mohammed. Secondo il post di Mohammed, un procuratore marocchino aveva ordinato l’apertura di un’indagine su queste accuse. La polizia di Casablanca ha convocato Mohammed il 21 maggio per spiegare cosa gli fosse successo due anni fa. Il giorno dopo, il 22 maggio, Soulaiman Raissouni è stato arrestato dalla polizia.

 Solo la corte saprà cosa è successo tra i due uomini. Ciò che vale la pena menzionare, tuttavia, è l’insolita reazione del pubblico al caso. – continua Nazaruk – I movimenti di protesta in Marocco hanno ampiamente ignorato la questione degli abusi sessuali per indignarsi invece per un presunto attacco alla libertà di stampa. Molti argomenti sensibili sono stati raggruppati in un unico post su Facebook: lo stupro, che rimane un tabù culturale, l’omosessualità, che è un crimine, e le autorità marocchine che reprimono i giornalisti/critici. Pertanto, la principale preoccupazione di coloro che hanno letto questo post era quella di voler conoscere “i motivi dell’arresto”, piuttosto che se queste accuse fossero vere o false”.

 Zuza Nazaruk pone poi l’attenzione sul “silenzio delle principali organizzazioni per i diritti umani”, mentre “le organizzazione LGBT e quelle per i diritti umani non si sono pronunciate, Reporter Sans Frontièeres (RSF) ha preso le difese di Raissouni, basandosi sul suo lavoro di giornalista. Perché questa controversia è così insolita e importante, o piuttosto qual è la posta in gioco in questo presunto caso di stupro?”, si domanda. “In qualità di caporedattore di “Akhbar Al-yaoum”, Soulaiman Raissouni gestisce un giornale indipendente che critica spesso il governo marocchino. Questo giornalista è anche lo zio di Hajar Raissouni, anche lei giornalista dello stesso giornale, che è stata condannata al carcere nel 2019 per aver abortito, un’accusa che lei e il suo fidanzato avevano negato. All’epoca, alcuni si sono chiesti se la polizia l’aveva arrestata a causa degli scritti di suo zio. Il re Mohammed VI aveva concesso la grazia a Hajar lo stesso anno”, il retroscena rivelato da Zuza Nazaruk.

 “Vari attivisti e organizzazioni per i diritti umani indicano il ricorso del governo marocchino alle accuse sessuali con lo scopo di reprimere alcuni giornalisti. – riprende – Secondo questi ultimi, l’accusa di stupro attribuita a Raissouni è stata semplicemente sollevata dallo Stato per porre fine ai suoi scritti critici. Il segretario generale della RSF, Christopher Deloire, ha espresso solidarietà a Raissouni il 22 maggio. Il suo tweet ha definito il giornalista “vittima di una campagna diffamatoria dei media digitali vicini allo Stato”. Ha anche ricordato ai suoi followers che Raissouni è lo zio di una giornalista che aveva subito un aborto’. Il direttore dell’Istituto Marocchino di Analisi delle Politiche (MIPA), Mohammed Misbah, ha sottolineato che il momento dell’arresto – venerdì pomeriggio poco prima di Aïd al-Fitr – è stato ‘ben studiato in modo che il caso non attirarasse l’attenzione’. Hajar Raissouni ha pubblicato una conversazione avuta su Messenger con suo zio nel 2018, in cui lui affermava che “stavano per arrestarlo”.

Cultura dello stupro ?

Le considerazioni di Zuza Nazaruk entrano nel vio dell’articolo scritto per Marocco World News: “Dire che Soulaimane Raissouni è stato arrestato per le sue attività dissidenti mette in discussione le accuse di Mohammed Adam e lascia persino supporre che il tentativo di stupro non ha mai avuto luogo. Vivere in Marocco non è semplice per le vittime di stupro che affrontano gravi ripercussioni sociali, denunciando queste violenze. A causa della sua omosessualità, Mohammed Adam non è solo soggetto a un’alienazione sociale, ma rischia anche di essere arrestato. Il suo orientamento sessuale è quindi ostacolo in più da superare prima di poter denunciare l’aggressione sessuale da lui presunto. Il Marocco ha vissuto una recente ondata di omofobia e di denuncia di omosessuali. Infatti, il 13 aprile scorso diversi utenti eterosessuali sul web hanno rivelato le identità di omosessuali marocchini, collegandosi alle applicazioni di incontri LGBT. La conseguenza: rifiuto da parte della famiglia, espulsione/sfratto e molestie fisiche, secondo Human Rights Watch. E sebbene il Marocco abbia adottato, nel settembre del 2018, la legge 103-13 relativa alla violenza contro le donne, gli ostacoli persistono di fronte alle vittime che desiderano esprimersi, poiché questa legge non prevede disposizioni riguardanti uomini vittime di aggressioni sessuali e non fornisce protezione alle vittime quando decidono di presentare una denuncia. Nella cultura marocchina, i problemi sessuali sono tabù. Di conseguenza, la pressione sociale e familiare spesso impedisce alle vittime di parlarne”.

Denuncia di un’agenda politica

Zuza Nazaruk va oltre. Ecco cosa si legge ancora: “Betty Lachgar, co-fondatrice del Movimento alternativo per le libertà individuali “MALI”, ha denunciato Raissouni per l’omofobia e Christophe Deloire per il suo risoluto supporto al giornalista, attraverso la pubblicazione di un tweet accompagnato dall’hashtag “#cultureduviol”/ #culturadellostupro “, che è stato usato dal mondo twitter in reazione al tweet di Deloire a sostegno di Raissouni. Gli utenti di Internet hanno anche accusato RSF di “servire un’agenda politica determinata” e denunciato il cieco corporativismo di Deloire, segretario generale di questa organizzazione”.

I fatti e le differenti interpretazioni

E siamo alla conclusione di Zuza: “Alcuni degli eventi relativi a questo caso possono avere interpretazioni diverse. Misbah e altri sostenitori di Raissouni affermano che il momento del suo arresto è stato fissato in modo da evitare di attirare l’attenzione del pubblico. Tuttavia, l’arresto è avvenuto il giorno dopo l’udienza di Mohammed. I sostenitori del giornalista sostengono che la scomparsa di Mohammed dai social network, pochi giorni dopo la pubblicazione della sua storia, conferma che è un agente al soldo dello Stato. Ma il fatto che la maggior parte dei membri della comunità LGBT in Marocco mantenga spesso un profilo basso suggerisce diversamente. Il fatto che Mohammed abbia aspettato due anni prima di denunciare un simile atto è anche un argomento adottato dai difensori di Raissouni. Tuttavia, molte vittime di violenze sessuali non osano parlarne per anni, se non mai. Il trauma psicologico e la paura di rappresaglie mettono a tacere le vittime di violenze sessuali in tutto il mondo. Inoltre, le vittime in Marocco hanno a che fare con la sezione 489 e l’atteggiamento conservatore della società.” Ecco le domande finali di Zuza: “È così difficile per le organizzazioni per i diritti umani credere che un eroe ‘liberale’, un giornalista indipendente, possa anche essere un predatore sessuale? Attualmente, gli utenti di Internet hanno ampiamente politicizzato queste accuse. Essere critici nei confronti del governo non implica essere ritenuti non colpevoli di altre accuse. Questa politicizzazione può esporre la vittima a uno stress psicologico molto più importante”.

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