Elon Musk ha contribuito ad assicurare il rilascio della giornalista Cecilia Sala, che era in carcere in Iran, mettendosi in contatto con l’ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite Amir Saeid Iravani. Lo riporta il New York Times (Nyt), in un articolo dal titolo ‘Musk intervenuto per aiutare a liberare italiana in carcere in Iran’, in cui il giornale cita due funzionari iraniani, uno dei quali è un diplomatico di alto livello presso il ministero degli Esteri.
Il ruolo di Andrea Stroppa
Cecilia Sala era stata arrestata in Iran il 19 dicembre ed è poi tornata in Italia l’8 gennaio. Secondo il New York Times, Musk sarebbe stato contattato “attraverso un intermediario” dal fidanzato di Cecilia Sala, il giornalista Daniele Raineri, prima del viaggio della presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Mar-a-Lago il 4 gennaio per incontrare Donald Trump. Raineri, intervistato, ha raccontato di avere pensato a lui perché aveva letto che c’era “un canale tra Musk e i diplomatici iraniani, e Musk lavora anche a stretto contatto con Trump”. Il giornale Usa riferisce che l’intermediario in questione era Andrea Stroppa: Raineri ha detto di avergli inviato un messaggio il 29 dicembre per chiedergli se poteva portare il caso di Sala all’attenzione del miliardario e chiedere il suo aiuto. Stroppa, intervistato, ha dichiarato che Musk aveva preso atto della richiesta ma che lui non sapeva se ci fosse poi stato un suo coinvolgimento nel caso. “A novembre, settimane prima dell’arresto di Sala, Musk aveva incontrato per più di un’ora l’ambasciatore iraniano nella sua residenza di Manhattan per discutere di come allentare le tensioni fra Teheran e Washington” in vista dell’insediamento della nuova amministrazione, scrive il New York Times, aggiungendo che “i funzionari iraniani intervistati per l’articolo hanno dichiarato che Musk ha poi contattato nuovamente l’ambasciatore poco dopo la visita di Meloni a Mar-a-Lago”. Le cose si sono poi evolute rapidamente: l’8 gennaio l’Iran ha rilasciato Cecilia Sala e 4 giorni dopo in Italia è stato rilasciato l’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, che era stato fermato a Malpensa il 16 dicembre su richiesta Usa.
Le rassicurazioni su Abedini
Secondo i funzionari iraniani citati dal Nyt, quando Musk ha parlato con l’ambasciatore, gli ha chiesto il rilascio di Sala e lo ha rassicurato sul fatto che gli Stati Uniti non avrebbero fatto pressioni sull’Italia per l’estradizione di Abedini. La missione iraniana presso le Nazioni Unite non ha voluto commentare l’incontro fra Musk e l’ambasciatore: in una dichiarazione – riferisce ancora il New York Times – ha affermato che i due detenuti sono stati rilasciati come risultato della “cooperazione bilaterale e degli sforzi coordinati dei settori politici e di intelligence dell’Iran e dell’Italia”. Un membro della Guardia rivoluzionaria iraniana e i due funzionari iraniani hanno dichiarato inoltre al Nyt che l’arresto di Sala era stato effettuato per fare pressioni sull’Italia per il rilascio di Abedini.
