Novanta minuti per conoscere il futuro europeo della Juve. Non il proprio, anche se i suoi predecessori, Maurizio Sarri e Massimiliano Allegri, hanno pagato a caro prezzo la prematura uscita di scena dalla Champions League. Andrea Pirlo alla vigilia del dentro o fuori contro il Porto mostra la serenità e la pacatezza di sempre. Certo, il solido successo con la Lazio ha mitigato il clima d’avvicinamento al confronto con i portoghesi. Ma dopo gli scivoloni contro Ajax e Olympique Lione a Torino farebbero fatica a digerire un’altra eliminazione contro una squadra sulla carta inferiore. “Non ci tiriamo indietro, sappiamo di avere tutte le carte in regola per andare avanti. Non sottovalutiamo le qualità del Porto ma siamo la Juventus, è normale dover pensare di superare il turno – ammette Pirlo nella conferenza della vigilia – E’ una partita importante, decisiva per il passaggio del turno, per noi è come se fosse una finale ma lo sarà anche per il Porto. Dobbiamo ribaltare il risultato dell’andata sapendo che dovremo essere molto lucidi”.
La lezione impartita dai padroni di casa al ‘Do Dragao’ è ancora impressa nella memoria, ma la Juventus delle ultime uscite, così come le buone notizie arrivate dall’infermeria, fanno ben sperare: capovolgere il 2-1 dell’andata è possibile. “A parte de Ligt, che ha fatto solo il riscaldamento con la squadra, gli altri sono a disposizione e, anche se non sono al 100%, è già tanto avere la possibilità di scegliere”, sottolinea il ‘Maestro’, che chiede ai suoi di giocare “una gara molto tecnica” e proprio per questo potrebbe puntare su Arthur, rientrato per uno spezzone contro la Lazio, dal 1′. Anche perché McKennie non è al meglio per il solito problema all’anca e Bentancur è fuori causa per il coronavirus. Dopo il riposo in campionato, chi certamente sarà del match invece è CR7. “Sono le sue partite, l’ha sempre dimostrato in questi anni. E’ carico, ha avuto modo di riposare in questi giorni – ha sottolineato – Avevamo programmato un certo tipo di lavoro dopo la partita con lo Spezia e l’ha fatto bene, serenamente”. Pirlo avrà bisogno dei gol di CR7 per accedere al G8 d’Europa e, al tempo stesso, allontanare le nubi minacciose sulla sua panchina. “A rischio in caso di eliminazione? Se dovessi pensare una cosa del genere non verrei neanche in conferenza. E’ una gara importante, io penso di partita in partita. Domani è uno scontro diretto. Per il futuro io sono qua, deciderà la società in base ai risultati, come sempre – ha evidenziato l’allenatore della Vecchia Signora – Io continuo a lavorare giorno dopo giorno sapendo bene qual è il mio progetto e quello della società. Domani però è una partita decisiva per la Champions”.
L’ultima volta in cui la Juventus era chiamata a ribaltare un 2-1 contro una squadra portoghese non è finita bene. Ma erano altri tempi (2014), un’altra squadra (Benfica) e un’altra competizione (Europa League), in una gara che valeva la finalissima che si sarebbe giocata proprio a Torino. Andrea Pirlo era in campo quella sera, al pari di Leonardo Bonucci, uno dei veterani, pronto a tornare in campo dal 1′ dopo il rientro con la Lazio e trascinare la sua squadra ai quarti. “Ricordo che la frenesia ci giocò un brutto scherzo, quindi domani dovremo avere pazienza, essere ordinati e attenti – spiega il difensore – perché un gol si può segnare anche all’ultimo, ma dobbiamo anche sapere che il Porto non verrà a difendere il risultato e se la giocherà”. Rispetto alle uscite in campionato e a un andamento troppo altalenante anche all’interno della stessa partita, contro la formazione di Conceiçao non sono ammessi cali di tensione. “Questa squadra è fatta da uomini che sanno prendersi le proprie responsabilità e domani vogliamo scendere in campo per portare la Juventus dove merita: non potremo permetterci di regalare neanche un secondo agli avversari – assicura Bonucci – Avremo solo il compito di andare a mille dal riscaldamento sino a fine partita”. Basterà?