“È da 30 anni che interpreto il macho coatto. È un tipo di personaggio che mi sono inventato da ragazzo anche se ero borghese: vengo da un’ottima famiglia”. Lo confessa Claudio Amendola, che ha raccontato i suoi personaggi nel corso di un’intervista al settimanale “Gente”. L’occasione è l’uscita del film di “Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di morto”, che sarà nelle sale cinematografiche dal prossimo 26 agosto.
Ancora una volta, Claudio si trova nel ruolo del coatto, in questo caso dell’ex galeotto, pieno di tatuaggi, Sergio. Un personaggio, quello interpretato nel film diRiccardo Milani, molto lontano da lui. “Dopo le riprese ho perso 13 chili, perché ho smesso di mangiare sregolato e perché ho lavorato molto”, ha raccontato l’attore romano, 58 anni che, dopo l’infarto del 2018, ha continuato a “lavorare tantissimo perché per fortuna sto benissimo”.
Claudio Amendola: “Sono un nonno che vede poco i nipoti”
Oltre a dedicarsi al lavoro, però, Claudio Amendola è anche “un nonno che a causa del Covid non può vedere quanto vorrebbe i nipoti”, ha aggiunto. In merito all’entusiasmo per i risultati sportivi raggiunti dall’Italia di recente, infine, l’attore ha concluso: “Sono bellissimi, ma rimangono tali. Sono abituato all’atteggiamento italiano tipico: ci si esalta e poi ci si deprime. Andiamoci piano con l’euforia. Conosco troppo bene questo Paese per essere ottimista”.