Comitato esecutivo Uefa, terminata la riunione per decidere le linee guida da seguire per le varie federazioni
Liquidità nelle casse dei club, in favore dei quali è stato riconosciuto uno stanziamento importante di 70 milioni. “Il Comitato Esecutivo UEFA ha deciso di sbloccare immediatamente i pagamenti dei compensi dei club relativi al loro contributo alle competizioni delle squadre nazionali UEFA – si legge nel comunicato – alla luce dell’attuale crisi e delle difficoltà finanziarie che molti club stanno affrontando in tutta Europa”.
Comitato esecutivo Uefa: boccata d’ossigeno per i club
Tali pagamenti dovevano originariamente essere sbloccati al completamento degli spareggi delle Qualificazioni Europee, ma si è deciso per un’erogazione immediata come segue:
– 50 milioni ai club che hanno rilasciato giocatori alle 39 squadre nazionali non coinvolte negli spareggi delle Qualificazioni Europee
– 17.7 milioni ai club che hanno rilasciato giocatori alle 16 squadre nazionali coinvolte negli spareggi delle Qualificazioni Europee (esclusi i pagamenti per gli spareggi, che saranno pagati al completamento degli spareggi)
– Il saldo di 2,7 milioni di euro relativo ai giocatori rilasciati per gli spareggi sarà distribuito al termine di queste partite di spareggi in autunno.
A beneficiarne saranno 676 squadre provenienti da 55 federazioni nazionali, che riceveranno dunque cifre che vanno da 3.200 a 630.000 euro per il loro contributo alle Qualificazioni Europee e alla UEFA Nations League per il periodo 2018-20.
“Per UEFA EURO 2020 – prosegue il comunicato – un minimo di 200 milioni è disponibile per la distribuzione ai club, come concordato nel memorandum d’intesa (MoU) tra UEFA ed ECA, che è stato rinnovato nel 2019.”
Le parole di Ceferin e Agnelli
Il presidente UEFA Aleksander Čeferin ha dichiarato in proposito: “In questi tempi difficili in cui molti club si trovano ad affrontare problemi finanziari, in particolare con il loro flusso di cassa, era nostro dovere assicurarci che i club stessi ricevessero questi pagamenti il più rapidamente possibile”.
Andrea Agnelli, presidente della European Club Association (ECA), si è detto ovviamente soddisfatto di questa decisione, e ha commentato: “Tutto ciò rappresenta un’iniezione di liquidità necessaria alle finanze dei club ed è il risultato del lavoro congiunto della ECA con la UEFA per la protezione dei club in questo momento di minaccia esistenziale. Mentre la salute pubblica rimane la nostra principale preoccupazione, garantire un sostegno finanziario, legale e normativo prima di far ripartire il calcio in Europa, una volta che ci sarà la sicurezza per farlo, è di fondamentale importanza per l’ECA e i suoi membri”.
Le linee per il completamento dei campionati
Ribadita inoltre dal comitato la necessità di portare a termine i campionati entro il 3 agosto, per poi lasciare spazio alle coppe. Le 55 federazioni nazionali avranno tempo fino al 27 maggio per presentare i piani dei singoli campionati. Due gli scenari esaminati: entrambi prevedono che il calcio a livello nazionale inizi prima delle competizioni per club. In un caso è prevista la gestione delle competizioni in parallelo, mentre nell’altro si considera di completare le partite dei campionati nazionali prima della ripresa delle coppe europee ad agosto.
Le varie leghe sono esortate a considerare tutte le possibili opzioni (anche un cambio di format dei campionati) per portare a termine la stagione. Nel caso in cui ciò non si dimostri possibile, per “volontà dei governi o insormontabili problemi economici che metterebbero a rischio la stabilità finanziaria della competizione o dei club”, la procedura per la scelta dei club che accederanno alle coppe dovrà basarsi “su principi obiettivi, trasparenti e non discriminatori”. A decidere sarebbero dunque i risultati ottenuti sul campo fino al momento dello stop.
La proposta delle squadre da qualificare sarà quindi avanzata dalle federazioni, ma “la Uefa si riserva il diritto di rifiutare o valutare l’ammissione di qualsiasi club. Questo nel caso in cui le competizioni si concludessero per motivi differenti da quelli indicati (esigenze governative e problemi economici); i club non venissero scelti secondo procedura obiettiva e trasparente; ci fosse una percezione di pubblica ingiustizia nella qualificazione di un particolare club.
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