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Conte cerca quadra su Mes e lavora a dl aprile. Centrodestra si smarca da polemiche

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A una settimana dal Consiglio europeo del 23 aprile che dovrà stabilire quale strategia adotterà l’Ue per contrastare l’emergenza CoVid-19, continua incessante il pressing di Roma su Bruxelles per mettere in campo gli strumenti “adeguati” ad una crisi senza precedenti. I segnali che arrivano dall’europarlamento fanno ben sperare. La risoluzione votata oggi mette sul tavolo i ‘recovery bond’ (bocciati invece i coronabonus proposti dai Verdi che prevedevano la mutualizzazione di parte del debito dei singoli Paesi) e c’è il ‘recovery fund’ che dovrà emetterli per superare la crisi economica. Alla commissione europea toccherà decidere il ‘quantum’ (un minimo di 500 miliardi, viene assicurato, anche se c’è chi spera in 1.500) e il quando. Ai capi di Stato e di Governo, infine, spetterà l’ultima parola.

Il lavoro diplomatico di Giuseppe Conte è costante. La trattativa è in corso, ma trapela cauto ottimismo. Il premier sa che, a cascata rispetto a quella europea, si giocherà anche la partita italiana. Interna alla maggioranza e con le opposizioni. La ‘tregua’ siglata sul Mes ha il pregio di abbassare i toni, anche se la partita a scacchi tra Pd e M5S va avanti. “Il no al Mes è definitivo, l’Italia non dovrà mai attivarlo”, sentenzia di buon mattino Stefano Patuanelli. Quella che sembra l’ennesima blindatura, però, nasconde una possibile via d’uscita. “Al momento il Mes è quello che conosciamo e impone delle condizionalità pericolose. Aspettiamo cosa uscirà dal Consiglio Europeo. Se lì si decide di rompere il Mes come un salvadanaio, prendere i soldi e usarli, allora vuol dire che abbiamo rotto il Mes”, sottolinea il ministro dello sviluppo economico. In ballo ci sono 36/37 miliardi da utilizzare per le spese sanitarie che i dem vorrebbero già mettere a bilancio nel decreto di aprile. “Servono soldi. Prenderemo quei 37 miliardi“, dice sicuro Matteo Renzi ai suoi. Se il premier riuscisse a portare a casa il recovery fund e i bond sugli investimenti futuri, sarebbe più semplice – spiegano nella maggioranza – far passare anche l’idea del ‘nuovo’ Mes, senza condizionalità.

Il Governo intanto lavora al decreto aprile. Lunedì il Consiglio dei ministri si riunirà per approvare la richiesta di scostamento del Bilancio. La cifra potrebbe arrivare ai 60 miliardi (40 dice chi preferisce la prudenza), in modo da consentire gli 800 euro per gli autonomi e il reddito d’emergenza universale.

Provano a smarcarsi dallo scontro Matteo Salvini e Giorgia Meloni. I due sentono Silvio Berlusconi che nei giorni precedenti si era detto favorevole al Mes. L’accordo, raggiunto in quella che viene definita una telefonata cordialissima è quello di lasciare le polemiche alla maggioranza e concentrarsi sulle battaglie comuni. Il leader della Lega, in ogni caso, continua a chiamare in causa il Quirinale. “Mi aspetto che qualcuno ai piani alti faccia rispettare la legge Moavero del 2012, secondo cui prima del Consiglio europeo il premier deve raccogliere l’indirizzo del Parlamento”, insiste il leader della Lega. Sergio Mattarella, però, per evitare di alimentare polemiche dall’una e dall’altra parte, soprattutto in questo momento di crisi, non interviene e preferisce tacere.

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