C’è una sfida nella sfida tra Juventus e Roma che merita di essere sottolineata, ed è quella tra Antonio Conte e Rudi Garcia, i due allenatori che a tutt’oggi hanno dominato il campionato.
Non è un mistero che quando la Roma rivelò l’ingaggio di Garcia a Conte (nell’immagine durante un allenamento in questi giorni a Vinovo) scappò una frase sibillina: “Stavolta hanno fatto un gran salto di qualità”.
Un po’ tecnico e un po’ guru, un po’ psicologo e molto perfezionista, Rudi Garcia è indubbiamente un tecnico moderno che ha saputo crescere rapidamente e creare nel modesto Lille Metropole un modello di sviluppo sostenibile: un autentico laboratorio di gioco che non è passato inosservato. A Roma tuttavia fu accolto con una certa diffidenza: il suo disfarsi di Lamela senza troppi problemi, e dire che l’argentino che era costato parecchio denaro non sta facendo assolutamente male al Tottenham, per puntare al rilancio di giocatori ormai sul piede di partenza, come De Rossi, o dati per finiti, come Taddei, avevano fatto storcere il naso a molti.
Così come il 17 agosto scorso a Trigoria quando Conte volle assolutamente incontrare Garcia e si fece ospitare a a Trigoria dove i bianconeri prepararono la sfida di Supercoppa con la Lazio. La cosa ai tifosi giallorossi non andò giù: ma Conte e Garcia chiacchierarono a lungo, lontano da orecchie indiscrete: “È un uomo di personalità, di carattere e di grande capacità – disse Conte del suo stimato avversario aggiungendo una considerazione profetica – non credo impiegherà molto tempo ad adattarsi al nostro gioco”.
Poi la Roma partì con il filotto di vittorie consecutive che sappiamo. I due si incrociarono virtualmente anche in tv, quando in un dopo partita la Roma aveva appena vinto a Udine e la Juventus il Genoa aveva sconfitto il Genoa: fioccarono i complimenti. Perché i due si stimano sul serio pur con modalità di gioco diversi e atteggiamenti molto differenti: Conte sa che bisogna cavalcare le polemiche, Garcia le rifiuta a priori. Tra la carota e il bastone Garcia è più per l’ortaggio, l’allenatore salentino della Juve preferisce la verga. Prima del confronto sul campo di cui avremo modo di parlare ancora ecco una chiave di lettura un po’ diversa dal solito che mette a confronto due avversari diversi, ma che si stimano molto e con piena ragione.
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