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Cop26: accordo Usa-Cina sul clima, nella prima bozza addio a carbone e sussidi

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(LaPresse) I governi del mondo valutano “l’eliminazione graduale del carbone e dei sussidi ai combustibili fossili“, accompagnandole con “allarme e preoccupazione” sul riscaldamento globale, ma non con scadenze precise. La prima bozza dell’accordo che potrebbe derivare dalla Cop26 di Glasgow, mentre mancano due giorni alla conclusione venerdì, sollecita i Paesi a ridurre della metà le emissioni di gas serra entro il 2030, mentre varie nazioni – soprattutto gli Stati insulari la cui esistenza è minacciata – hanno avvertito che il testo non fa abbastanza per limitare l’aumento delle temperature o aiutare i Paesi poveri ad adattarsi. Si leggono parole come “esortiamo, chiediamo, incoraggiamo e invitiamo: non è il linguaggio delle decisioni che il momento richiede”, ha detto Aubrey Webson, ambasciatore all’Onu di Antigua e Barbuda.

Il premier britannico torna a Glasgow: “Ambizione”

Il premier Boris Johnson è tornato nella città scozzese per spingere i leader mondiali a fare di più: è “cruciale che ora mostriamo ambizione”, “i rischi di arretrare sarebbero un assoluto disastro per il pianeta”, ha detto in conferenza stampa. Ha aggiunto che i leader “sanno che cosa devono fare, ma devono trovare il coraggio”, dotandosi di “compromessi e flessibilità”, consapevoli che agli sgoccioli del summit” i negoziati diventano difficili, “mancano poco alla fine e rimane molto da fare”. Ha salutato dicendo che sarebbe tornato a Londra con “un mezzo di trasporto climate friendy”, presumibilmente il treno con cui vi è giusto, dopo che la scorsa settimana è stato duramente criticato per aver utilizzato un aereo.

Cina e Usa annunciano collaborazione sul clima

Cina e Usa, nel frattempo, hanno annunciato di aver concordato  di aumentare la collaborazione sul cambiamento climatico. Hanno annunciato il raddoppiamento degli sforzi congiunti per ridurre i gas serra, invocando una “azione climatica più forte negli anni ’20” sulle linee guida di Pari, anche sulla riduzione delle emissioni da metano. L’omologo statunitense, John Kerry, ha commentato: “Con questo annuncio abbiamo fatto un nuovo passo” avanti, “collaborare è un imperativo”.

Nell’accordo di Parigi, i governi avevano concordato di ridurre le emissioni “ben al di sotto” dei 2° rispetto ai tempi preindustriali, guardando a 1,5°. Obiettivo, però, che richiede una drastica riduzione delle emissioni da combustione di carbone, petrolio e gas. Fissare scadenze è delicato, perché ha impatto sulla crescita economica, soprattutto per Paesi come Cina e India che dipendono dai combustibili fossili, per l’Australia, maggior esportatore di carbone, per gli Usa dove ha riacceso il dibattito interno.

È probabile che la bozza cambi, mentre non include ancora accordi completi su obiettivi principali dell’Onu, come l’impegno di 100 miliardi di dollari l’anno dalle nazioni ricche alle povere. La bozza esprime “dispiacere” che quella promessa non sia stata mantenuta, mentre per ora versano circa 80 miliardi l’anno. Secondo la bozza, il mondo dovrebbe puntare allo ‘zero netto’ di emissioni attorno alla metà del secolo, come approvato dal G20. Esprime inoltre “allarme e preoccupazione per il fatto che le attività umane hanno causato circa 1,1° di riscaldamento globale fino ad oggi e che gli impatti si stanno già facendo sentire in ogni regione”. In un rimando alla delicata questione dei Paesi poveri, genericamente “esorta” i Paesi ricchi a risarcirli per “perdite e danni”, frase che alcune nazioni ricche non apprezzano. Tuttavia, non ci sono impegni economici concreti. Un appello ai leader è arrivato da Alok Sharma, presidente della Cop26: “La mia grande richiesta a tutti voi è che vi presentiate muniti di volontà di compromesso. Ciò che concordiamo a Glasgow determinerà il futuro dei nostri figli e nipoti”.

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