A piccoli passi verso una nuova identità e una ritrovata consapevolezza. Il Milan non stecca, sfrutta il refolo di ottimismo e recuperata fiducia e battendo la Spal 3-0 conquista sul velluto l’accesso ai quarti di finale di Coppa Italia contro il Torino restando così aggrappata ad un torneo che, come ha ricordato il tecnico Pioli alla vigilia, porta in Europa. La strada è ancora lunga ma qualcosa si muove e anche Piatek mostra flebili segni di risveglio ritrovando un gol su azione che gli mancava da metà ottobre sbloccando al 20′ il risultato, poi messo al sicuro al 44′ da una pennellata balistica di Castillejo, tra i migliori in campo per intraprendenza e vivacità, e blindato dal terzino goleador Hernandez al 66′. Ibrahimovic ha giocato…. in panchina dando consigli ai suoi compagni e incitando la squadra. Zlatan ha scelto di rifiatare per gestirsi al meglio in vista delle prossime sfide e con la sfida presto in discesa per i rossoneri non c’è stato bisogno del suo contributo mentre il neoacquisto Kjaer ha svolto il suo ruolo senza sbavature. Per la Spal ennesimo ko che allarga sempre di più la crisi di risultati.
Pioli schiera in porta Antonio Donnarumma, fratello di Gigio, lascia a riposo Ibra e passa al 4-3-3, con Rebic e Castillejo insieme a Piatek, alla prova del riscatto, facendo esordire in rossonero l’ex atalantino Kjaer. Leggero turnover anche per la Spal di Semplici. L’attaccante polacco, all’ennesimo banco di prova, tenta di mettersi subito in mostra con un destro che esce di molto. Il primo brivido per i 32mila di San Siro lo regala Bennacer con un sinistro potente da fuori area al 7′ non lontano dal palo sinistro. La Spal non si mostra impaurita e prova a fare la partita, il Milan puta al contropiede e spreca una occasione con Castillejo al 15′ che in corsa verso il centro dell’area non trova il tempo per scartare in uscita Berisha. Pioli invita il Milan ad alzare il baricentro e su una ripartenza sblocca al 20′ il match con Piotek che sfrutta un assist illuminante di Bennacer e palla indirizzo nell’angolino in basso a destra. Il polacco non segnava dall’8 dicembre su rigore contro il Bologna ma era dalla sfida con il Lecce del 20 ottobre che a San Siro non segnava su azione. Per i rossoneri la gara si mette in discesa anche perché la Spal non morde affacciandosi raramente nell’area avversaria (non è un caso sia il peggior attacco della Serie A) ma i rossoneri non brillano troppo per incisività e ritmo, con Piatek spesso poco brillante soprattutto in fase di rifinitura. É Castillejo a confermarsi il miglior dei rossoneri ed è proprio l’ex del Villareal a costruirsi un gol dal limite dell’area che permette al Milan di andare su doppio vantaggio prima del riposo, allontanare ulteriori pericoli e rendere molto più agevole la ripresa: lo spagnolo, su assist di Piatek, con un tiro di sinistro da fermo dalla destra mette il pallone sotto la traversa, dove Berisha non può arrivare.
Nella ripresa dopo neanche tre minuti Piatek ha la palla per chiudere definitivamente il match ma è lento e macchinoso e dal limite dell’area, da ottima posizione, si fa anticipare dai difensori spallini. Pioli si sbraccia, chiede ai suoi di spingere e anche Ibrahimovic dalla panchina suggerisce e dà indicazioni: serve grinta, voglia di aggredire. Il tecnico rossonero decide di dare una ennesima chance a Suso, fischiato al momento del suo ingresso in campo al posto di Castillejo. Gli attaccanti latitano e ci pensa allora il terzino goleador Theo Hernandez con un gran sinistro da fuori area a chiudere i conti mettendo la firma per la prima volta in Coppa Italia dopo aver realizzato quattro reti in campionato. Anche Ibra applaude. C’è anche un quarto d’ora per Paquetà che prende il posto di Bonaventura ma i due entrati non danno segnali incoraggianti di ripresa. C’è invece un po’ di gloria per Antonio Donnarumma che a otto dal termine ha un grande riflesso su un colpo di testa di Murgia. A cinque dalla fine l’arbitro prima fischia poi cancella un rigore a favore della Spal per un braccio del tutto involontario di Paquetà: Strefezza si prepara a battere, poi l’arbitro dopo l’indicazione del Var, cancella la decisione. Semplici sorride amaro.