1,5 miliardi di persone hanno ricevuto ordine o richiesta di non uscire, per arginare la diffusione del nuovo coronavirus: un quinto della popolazione mondiale è chiusa in casa: . Gli Stati Uniti sono ormai il terzo Paese al mondo per numero di contagi confermati, che continuano ad aumentare: ne hanno 41mila, dopo la Cina (81mila) e l’Italia (60mila). I morti sono 500 nel Paese nordamericano. Lo Stato in cui la situazione è più drammatica è quello di New York con più di 20mila casi, 10mila nella sola Grande mela, di cui 100 morti. La corsa per prepararsi al picco prosegue, con un lockdown statale e mentre il governatore Andrew Cuomo ha annunciato che un grande centro conferenze diventerà un ospedale con mille letti. Il sindaco Bill de Blasio, nel frattempo, ha avvertito che mancano solo 10 giorni perché negli ospedali della città manchino gli equipaggiamenti necessari a proteggere operatori sanitari e pazienti. “Se non abbiamo il materiale, delle persone moriranno, letteralmente”, ha detto a Cnn.
Dalla California all’Illinois, le autorità hanno chiesto a un terzo della popolazione di restare in casa, mentre i servizi non essenziali sono chiusi. E dopo che è emersa nel Paese la scarsità dei test, la politica si scontra ora sui respiratori, soprattutto dopo che il presidente Donald Trump ha detto che i governatori se la possono cavare da soli, se pensano di poter essere più veloci del governo. Anthony Fauci, esperto del governo per le malattie infettive, ha promesso però che le forniture mediche cominceranno ad arrivare e andranno “direttamente a chi ne ha più bisogno”. Negli Usa tra gli ultimi nomi noti risultati positivi ci sono anche l’ex produttore di Hollywood Harvey Weinstein, che sconta 23 anni di carcere per stupro e aggressione sessuale, e il marito della senatrice Amy Klobuchar, ex candidata alle presidenziali.
Continua invece ad allentarsi la morsa della pandemia sulla Cina, dove sono 100mila le persone guarite. In un giorno il Paese ha registrato 39 nuovi casi importati, zero contagi interni. E la città di Wuhan, prima zona dove l’infezione si è manifestata, ha cominciato ad allentare il lockdown e consentire spostamenti agli abitanti. Da Pechino continuano poi a partire aiuti verso gli altri Paesi più colpiti, come Italia, Francia e Spagna. La situazione è migliorata anche in Corea del Sud, con 64 nuovi casi, il numero più basso dallo scorso mese, con un totale di 8.961.
In India i casi confermati d’infezione sono 415, i decessi sette: molti sono legati a viaggi all’estero, ma la diffusione a livello locale è considerata inevitabile in un Paese dove milioni di persone vivono in zone urbane densamente popolate e non tutti hanno accesso all’acqua pulita. Agli esperti il numero di casi pare troppo basso, non credibile. New Delhi ha imposto dei lockdown e chiuso la rete ferroviaria, un pilastro per i movimenti nel Paese. Prima, migliaia di persone hanno preso d’assalto le stazioni partendo per le campagne, spargendo così il virus anche in aree remote. Intanto il Sudafrica, il Paese africano più colpito dove i contagio sono saliti da 128 a 402 in 24 ore (+47%), a annunciato il lockdown totale per 21 giorni da giovedì. È il terzo Paese africano a deciderlo, dopo Tunisia e Rwanda. Un appello è arrivato dal segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, che ha chiesto un cessate il fuoco immediato nei conflitti di tutto il mondo: “Mettete fine alla guerra e combattete la malattia che devasta il nuovo mondo”.