Ingressi contingentati, termoscanner per misurare la temperatura degli appassionati d’arte, biglietti prenotati online e guanti e mascherine per tutti. Anche i musei si preparano alla riapertura e stanno adottando tutta una serie di misure di sicurezza per chi vorrà tornare a immergersi nella bellezza dopo la stanchezza – fisica e intellettuale – del lockdown.
In Lombardia, la maggior parte dei musei ha deciso di aspettare il 2 giugno prima di riaprire le porte. Non fanno eccezione le Gallerie d’Italia, il polo museale di Intesa Sanpaolo in piazza della Scala a Milano. Chi deciderà di visitarle avrà l’occasione di vedere , oltre alle collezioni permanenti, anche la mostra “Canova – Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna”, interrotta a pochi giorni dalla conclusione programmata a causa dell’emergenza coronavirus.
Ideata e prodotta da Intesa Sanpaolo in partnership con il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo e con il Museo Thorvaldsen di Copenaghen e con la curatela di Fernando Mazzocca e Stefano Grandesso, la mostra ha reso possibile il confronto, per la prima volta in un’esposizione, dei due grandi artisti neoclassici, con prestiti fondamentali di musei italiani e stranieri e di esclusive collezioni private, ricreando nelle sale delle Gallerie d’Italia in Piazza Scala a Milano un vero e proprio “olimpo di marmo”. La mostra, spiega il vicedirettore delle Gallerie di piazza Scala Giovanni Morale, proseguirà fino al 28 giugno “grazie al prestito generoso di moltissimi musei di tutto il mondo”.
All’interno delle sale in stile Liberty della storica Banca Commerciale potranno entrare solo un centinaio di visitatori alla volta. Un’esperienza unica, per osservare ad vicino le sculture di Canova e Thorvaldsen praticamente da soli, che LaPresse ha avuto occasione di fare in anteprima. Non si potranno vedere solo ‘Le tre Grazie’, declinate dai due scultori più popolari della loro epoca in maniera molto diversa, ma anche il celeberrimo gruppo scultoreo di ‘Amore e Psiche’ , un eccezionale ritratto di Canova raffigurato nella posa di un dio greco che finora non si era mai spostato da Tivoli, anche per il suo peso eccezionale di 3 tonnellate, che ha reso necessario costruire una speciale piattaforma in metallo per sostenerlo. In mostra anche tanti busti e statue che ritraggono le “celebrities” dell’epoca, che facevano a gara per farsi ritrarre dai due artisti e dagli allievi delle loro scuole. Non mancano nobili, politici, scrittori come Ugo Foscolo e Pietro Verri. Tra le opere più significative, il ritratto di Bonaparte realizzato proprio da Canova durante la Campagna d’Italia, che è poi diventato l’immagine ufficiale di Napoleone per tutta la durata del suo Impero. Le misure di sicurezza rafforzate regaleranno ai visitatori l’occasione di sviluppare “un rapporto più intimo con l’arte – sottolinea ancora Morale – e una più rilassata visione delle opere. Dobbiamo imparare, sia come museo che come appassionati, una nuova tipologia di fruizione e certamente ci saranno dei vantaggi nel godimento dell’arte stessa”. Dopo l’esperienza positiva dei ‘virtual tour’, di cui hanno approfittato in tanti nel periodo del lockdown, adesso è il momento di tornare alle visite dal vero “che sono certamente quelle più appaganti ed emozionanti”. “Il museo è il luogo dell’anima, che fa stare bene – prosegue il vicedirettore delle Gallerie di piazza della Scala – : noi abbiamo visto tantissime esperienze di fragilità psichiatriche e fisiche che ne hanno beneficiato. Abbiamo constatato in questi anni quanto la bellezza, gli spazi, la riflessione siano indispensabili per trovarsi e per trovare qualcosa fuori di noi. Il covid è una pausa – conclude Morale – ma ci sono tanti problemi e ci sono sempre stati. Tornare alla bellezza è un passaggio necessario per continuare a sperare, a vivere e a stare bene”.