2.500 morti e oltre 140 mila contagi, gli Stati Uniti fanno i conti con numeri i numeri da coronavirus in impennata, mentre la pandemia continua a stravolgere il mondo. Il conteggio è della Johns Hopkins University, per cui in tutto il mondo le persone infettate sono oltre 725mila e i morti oltre 35mila. Gli occhi sono puntati, negli Usa, su New York City: nella metropoli le persone decedute per Covid-19 sono più di 770, mentre nello Stato ormai più di mille. E in porto a Manhattan è arrivata la nave-ospedale della Marina USNS Comfort, con mille posti letto e 12 sale operatorie. La mastodontica nave bianca, che era già stata usata a New York City dopo gli attentati dell’11 settembre, sarà utilizzata per accogliere i pazienti non malati di Covid-19, alleggerendo così la pressione sugli ospedali della città.
Intanto, il presidente Donald Trump sembra aver rinunciato alla speranza di “sbloccare” il Paese e tornare alla normalità entro Pasqua. Ha esteso di un mese le misure di contenimento, aggiungendo che per gli Usa sarebbe una buona notizia se il numero dei morti restasse sotto i 100mila. Trump ha anche fatto riferimento all’Italia, dicendo che Washington la “sta già aiutando”, “anche ‘monetariamente'”. Per Anthony Fauci, esperto di malattie infettive del governo, la proiezione di 100mila-200mila morti è “del tutto concepibile”, se non si farà abbastanza. Parlando ad Abc, si è poi detto preoccupato per New Orleans e Detroit, prevedendo per loro la stessa tendenza di New York City, e per le altre piccole città: “Avremo molte mini-epidemie”. Venerdì Trump aveva invocato il Defense Production Act accusando General Motors di non fare abbastanza per produrre i ventilatori. Gli esperti, però, affermano che la compagnia stia già facendo uno sforzo straordinario nella ri-conversione produttiva. La speranza è che cominci a realizzare i dispositivi entro metà aprile, poi producendone 10mila al mese.
Mentre gli ospedali statunitensi si riempiono, la Cina ha registrato solo 31 nuovi casi di Covid-19 in 24 ore, tutti importati tranne uno. E continua ad allentare le restrizioni, dopo che al picco delle limitazioni le persone bloccate a casa erano 700 milioni. In Corea del Sud, 78 nuovi casi sono stati rilevati domenica, in calo dai 105 del giorno precedente. In tutto i contagi sono così aumentati a 9.661 e il totale dei morti è salito a 158 (+6). Allarme alto a Tokyo, dove gli esperti del governo hanno chiesto all’esecutivo di valutare la dichiarazione d’emergenza: sinora il Giappone è parso riuscire a contenere la diffusione del nuovo coronavirus, ma il numero di casi nella capitale e in altre città è aumentato drasticamente dalla scorsa settimana. Il Paese ha 2.600 infezioni conteggiate, di cui 712 legate a una nave da crociera, con 64 morti.
“Inevitabilmente, la prossima ondata di infezioni colpirà l’Africa e l’America Latina“, dove “i fragili sistemi sanitari saranno presto sopraffatti, se l’infezione dovesse diffondersi ampiamente”. La drammatica previsione è di Lancet, mentre in Africa i casi di contagio si sono ormai moltiplicati a oltre 5mila. Il Sudafrica resta il Paese con il maggior numero di casi, cioè 1.280, mentre anche in Zimbabwe è cominciato un periodo di lockdown. Save the Children ha confermato l’allarme: con un’azione precoce e decisiva per testare e isolare i casi, promuovere il distanziamento sociale e trattare le popolazioni colpite, morirebbero 800mila persone, mentre agire in ritardo aumenterebbe la cifra a quattro milioni di morti.