Ancora divieti per tentare di arginare l’epidemia da nuovo coronavirus in Cina, nella provincia di Hubei ‘sotto blocco’. Dopo che 60 milioni di persone sono state di fatto rinchiuse nella regione, mentre negozi e servizi restano chiusi, le autorità hanno inasprito le misure per controllare l’ulteriore diffusione del Covid-19. Agli abitanti è stato vietato l’uso delle auto, con la richiesta di non uscire di casa se non per emergenza, ad eccezione di una persona per famiglia che ogni tre giorni può andare a comprare cibo e beni indispensabili. L’epidemia continua a contare nuovi casi e decessi, ma il numero di contagi registrati nella Cina continentale è calato per il terzo giorno consecutivo (2.009 casi in 24 ore). Le infezioni nel mondo sono oltre 69mila, di cui 68.500 in Cina; i morti 1.765 nella Cina continentale, cinque altrove (uno rispettivamente a Taiwan, Hong Kong, Giappone, Francia, Filippine).
Nel frattempo, in Giappone è stata interrotta la quarantena per i circa 400 statunitensi a bordo della nave da crociera Diamond Princess. L’imbarcazione è nel porto di Yokohama, in isolamento dal 3 febbraio con 3.500 persone a bordo. Domenica, il numero di casi è salito da 70 a 355, e 40 statunitensi una volta arrivati in aeroporto a Tokyo per ripartire verso gli Usa sono risultati positivi al test. Negli Usa, i rimpatriati dovranno ricominciare la quarantena di due settimane, per escludere l’infezione. Quelli negativi al test potranno partire da subito da Tokyo, ma “se sull’aereo cominceranno ad avere sintomi saranno isolati nell’aereo”, ha spiegato a Cbs Anthony Fauci, direttore dell’istituto Malattie infettive Usa. Sulla nave ci sono anche 35 italiani e Roma è al lavoro per rimpatriarli al più presto, così come dovrebbe accadere per cittadini di Hong Kong, Israele e Canada.
La Malesia ha informato intanto che non consentirà più ai passeggeri della nave da crociera Ms Westerdam di transitare nel Paese, dopo che una statunitense di 83 anni è risultata positiva al Covid-19 una volta arrivata in un aeroporto malese. Era partita dalla Cambogia, Paese che ha accolto la nave dopo il rifiuto di varie altre nazioni. Phnom Penh aveva informato che tutti i 1.455 passeggeri della nave di Holland America erano risultati negativi. La Malesia, inoltre, non permetterà più l’attracco nei suoi porti a navi che arrivino o siano passate per la Cina.
Dubbi si sono sollevati poi sulla proclamata trasparenza di Pechino in merito al virus: un discorso del presidente Xi Jinping mostra che sapeva della potenziale gravità dell’epidemia ben prima di quando è stato dichiarato l’allarme. Ha affermato di aver dato istruzioni sul virus il 7 gennaio, ma i media di Stato avevano datato il suo primo intervento diretto al 20 gennaio: un ‘buco’ di quasi 15 giorni. Il mondo guarda con sospetto alla gestione delle epidemie da parte del governo cinese, dopo che le notizie sulla Sars tra 2002 e 2003 furono insabbiata per mesi.