Volley, la situazione nell’emergenza Coronavirus
Tempi duri per il volley italiano dopo il ciclone Coronavirus, che ha convinto la Federazione a chiudere la stagione. Tra ripartenza, taglio stipendi, crisi economica e tematiche sulla sicurezza, la pallavolo prova a fare ordine.
Coronavirus e volley, no alle porte chiuse
Massimo Righi, AD di Lega Volley, ha fatto il punto della situazione durante una recente intervista a Radio Popolare. La difficoltà nasce soprattutto dalla mancanza di un protocollo sanitario ben definito, visto che le strutture sono molto differenti rispetto al calcio. Un dato emerge però in maniera chiara dalla parole di Righi, e cioè il no alle porte chiuse. Questo non solo per la mancanza di introiti dalle vendite dei biglietti, ma anche per la mancanza di visibilità per gli sponsor, che restano una delle entrate più significative per i club. Molti sponsor a porte chiuse rinuncerebbero, e questo avrebbe una ripercussione drammatica per tutti i club.
La nuova stagione
Ancora tutte da decidere le modalità con le quali tornare in campo appena sarà possibile. Circolano diverse ipotesi sulle date e sulla nuova stagione, ma una soluzione concreta sembra ancora lontana. Una possibilità sarebbe quella di un grande torneo di inizio stagione, sulla scia della decisione già ufficializzata in Brasile. Si tratterebbe in pratica di una Supercoppa allargata alle squadre qualificate ai playoff annullati per il Covid-19. L’unica certezza del momento riguarda la data di chiusura della prossima stagione, che è fissata il 15 aprile 2021. Nei giorni seguenti saranno infatti disputate le finali di coppa internazionale, e poi spazio alla VNL (Volleyball Nations League) a partire dai primi di maggio.
Resta anche da decidere la data delle qualificazioni europee per nazionali del 2021, al momento fissate il 15 agosto ma a rischio rinvio. L’ultimo termine per una decisione in merito è il 1° luglio, e l’alternativa resta il periodo tra il 1° e il 17 gennaio.
Taglio stipendi
Capitolo dolente, che ha portato a uno scontro tra club e atleti. A fine aprile le consulte di Lega hanno deliberato le linee guida per la riduzione dei compensi dei propri tesserati, passo inevitabile per far fronte alle gravi perdite finanziarie. I danni per le società sono infatti stimati in 24 milioni di euro di mancati ricavi. Serie A1 Superlega: nessuna decurtazione per i compensi netti complessivamente pattuiti con i tesserati per la stagione 2019/20 fino a 20.000 euro; riduzione del 30% per gli importi superiori a tale cifra. Serie A2 e Serie A3: decurtazione del 25% per i compensi netti complessivamente pattuiti con i tesserati per la stagione 2019/20. Le società chiariscono che tali misure potranno coprire solo una piccola parte delle perdite, e senza un aiuto da parte dei tesserati stessi e il contributo da parte dello Stato, il futuro della pallavolo di vertice non sarà assicurato.
A tali decisioni hanno duramente replicato atleti, tecnici e agenti, precisando come queste misure siano state prese unilateralmente e in spregio dei singoli rapporti contrattuali, senza ascoltare le proposte di riduzione avanzate e calpestando ogni forma di tutela dei tesserati e delle loro famiglie.
Lega femminile, elezioni presidenziali fissate l’8 giugno
In Lega Femminile tiene banco la corsa alla presidenza, che verrà decisa il prossimo 8 giugno. Mauro Fabris, ormai non gradito a molti club, si ritroverà di fronte il temibile avversario Roberto Ghiretti, manager sportivo con grande esperienza nel mondo del volley. In molti sperano in una ventata di novità per aiutare la pallavolo femminile a ripartire di slancio dopo questo periodo di grave difficoltà, ma la battaglia si annuncia equilibratissima.
Coronavirus, volley e sicurezza: la pallavolo non è al più alto grado di rischio
Bufera anche sulle anticipazioni del report del Politecnico di Torino, che qualche giorno fa in base ai vari fattori di rischio avevano definito la stato di sicurezza dei vari sport. La pallavolo era risultata uno tra gli sport in assoluto più pericolosi per il rischio di trasmissione del contagio, in virtù del tipo di strutture sportive ospitanti e della vicinanza tra gli atleti durante la gara. Reazione incredula da parte di molti protagonisti del mondo del volley tra i quali Zaytsev e Velasco. La pubblicazione definitiva di tale studio ha però completamente smentito le anticipazioni fornite, che erano basate sull’estrapolazione di singoli dati forniti in maniera soggettiva dalle federazioni. Su una scala che va da un minimo fattore di rischio 1 a 8, la pallavolo si situa dunque a 5, in posizione più sicura rispetto a molti altri sport.
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