Il governo insiste a limitare gli aiuti alle cosiddette PMI, forse anche estendendoli nel prossimo DPCM a quelle fino a 500 dipendenti. Ma ci sono numerose imprese con più di 500 dipendenti che hanno esigenze simili a tutte le altre ma che rimangono escluse da ogni forma di aiuto, tra queste tutte quelle ad alta intensità di manodopera, dove il costo del lavoro (e pertanto i dipendenti) incide per più del 75% del conto economico. A lanciare l’allarme è Gianluigi Gado, presidente del gruppo Servizi Ambientali Integrati dell’Unione industriale di Torino secondo cui numerose imprese del settore del FM, delle pulizie, della ristorazione, della logistica che hanno più di 500 dipendenti saranno escluse da ogni forma di aiuto. Per il gruppo Sai dell’Unione industriale “né la traslazione dei versamenti tributari al 16 aprile, né alcuna forma di garanzia statale per ottenere aiuti finanziari dagli istituti di credito pare sarà inserita nel prossimo DPCM di aprile”. “Limitare gli aiuti alle sole PMI è una retorica che non ha giustificazione economica, ma che tradisce lo spirito anti-impresa di questo governo: l’imprenditore, se è ‘grande’ non merita aiuto per Conte e Gualtieri”, conclude.
Coronvirus, La protesta delle aziende di Servizi Ambientali: noi escluse da aiuto
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