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Covid, su coprifuoco non si cambia: resta alle 22. No alla cabina di regia

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Il timing delle riaperture è già fissato. Nessun cambio di programma su misure di allentamento, tantomeno sul coprifuoco. Si apre la settimana che riporterà gli alunni delle scuole superiori (in zona gialla e arancione) sui banchi di scuola e vedrà il rialzarsi delle molte saracinesche di esercizi commerciali, oggi in affanno, dal 26 aprile. Sarà la riunione del Comitato tecnico scientifico e l’incontro con le regioni – molto probabilmente martedì- a definire il decreto legge che il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare tra mercoledì e giovedì e che dovrebbe contenere quel ‘rischio ragionato’ di cui il premier Mario Draghi ha parlato. Le posizione di scienziati e governatori restano distanti soprattutto sul coprifuoco che, secondo i presidenti di centrodestra, capeggiati da Salvini e Meloni, potrebbe prevedere qualche ora in più di libertà. L’idea della Lega è quella di allungare dalle 22 alle 23, una sola ora, che, nel caso di concessione da parte della maggioranza di governo, potrebbe significare un’altra bandierina da piazzare tra i risultati raggiunti nel governo dei migliori.  

Un azzardo, visto che già da palazzo Chigi, è filtrata la totale contrarietà a una ipotesi del genere per il mese di maggio. Ragionamento che potrebbe essere ripreso, invece, solo con l’arrivo della bella stagione e quindi a giugno. I ministri leghisti, poi, rischierebbero di trovarsi isolati in consiglio dei ministri sul tema, con anche i colleghi di Forza Italia perplessi verso una concessione di questo genere. Salvini tuttavia va avanti come un treno: “Chiedo di estendere le riaperture dei locali anche al chiuso e l’eliminazione del coprifuoco alle 22. Entro la metà di maggio. Bisogna ritornare alla normalità, con buona pace di alcuni sciagurati del Pd, come l’ex ministro Boccia (che querelerò visto che dice che io nego il Covid)”. Non la pensa allo stesso modo la ministra Mariastella Gelmini, capo delegazione azzurra nell’esecutivo: “Per ora il coprifuoco alle 22 è giusto, dobbiamo procedere con gradualità evitando movida e assembramenti. Si parte così e poi da giugno, se i contagi continueranno a scendere e le vaccinazioni a salire, siamo pronti ad aprire tutto anche al coperto, dai ristoranti, alle palestre”. L’assetto sul tema è insomma ben definito e con il parere che gli scienziati consegneranno a Draghi, ci sarà poco spazio di manovra. Difficile, infatti, che il premier convochi una nuova cabina di regia con le forze di maggioranza, riunione non confermata anche da diverse fonti interpellate, proprio perchè le linee guida sono state definite. Diverso è il discorso per il pass, che permetterà il passaggio tra regioni di diverso colore. Per ora, l’ipotesi più rapida è che il governo si affidi all’autocertificazione o alle certificazioni rilasciate dopo aver effettuato il tampone o dopo aver ricevuto il vaccino. Intanto si lavora alla tessera, che dovrebbe essere gestita per produzione e consegna da posta sui dati forniti dall’autorità sanitaria, e per la quale servirà almeno un mese. In campo anche la possibilità di sfruttare una app con un codice a barre, meccanismo più celere e fruibili, però, ai più giovani.

Intanto prosegue il pressing dei governatori con il presidente della conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, che insiste: “Penso si potesse riaprire di più, come ad esempio le palestre per le lezioni private. Qualche dettaglio” del prossimo decreto Covid “penso potremo migliorarlo con il governo”. Giovanni Toti, governatore della Liguria apprezza “la decisione del Governo di dare il via alla stagione delle riaperture, ma alcune cose ancora non tornano”. Secondo il governatore, è necessario mettere mano sia all’orario del ‘coprifuoco’ che all’ipotesi di pass vaccinale per spostarsi tra regioni”. 

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