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Culle vuote in Italia. Nel 2017 il minimo storico in 156 anni

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Boom di culle vuote in Italia. Nel 2017 ecco un nuovo record sul fronte del calo dei neonati: sono stati iscritti all’anagrafe per nascita solo 458.151 bambini, il minimo storico dall’Unità d’Italia (1861, quindi da 156 anni). Lo rileva l’Istat, ricordando che già dal 2015 il dato si presenta inferiore a quota mezzo milione. La diminuzione delle nascite è di oltre 15mila rispetto al 2016 (-3,2%) e quasi di 120mila negli ultimi nove anni.

Il segno meno si registra in tutte le ripartizioni ma è più accentuato al Centro (-5,3% rispetto all’anno precedente). E non solo. Prosegue il calo della popolazione residente già riscontrata nei due anni precedenti. Al 31 dicembre – secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica – vivono in Italia 60.483.973 persone, di cui più di cinque milioni di cittadinanza straniera, pari all’8,5% dei residenti a livello nazionale (10,7% al Centro-nord, 4,2% nel Mezzogiorno).

L’Istat segnala una riduzione di 105.472 abitanti rispetto all’anno precedente. Il calo complessivo è determinato dalla flessione dei cittadini italiani (202.884 residenti in meno) mentre la popolazione straniera segna un +97.412. Ed ecco il commento del ministro per la Famiglia e le disabilità, Lorenzo Fontana. “Il minimo storico delle nascite è purtroppo una notizia tristemente attesa, visti i dati di trend, e bruttissima. Da qui partiamo: il senso primario del ministero per la Famiglia è il rilancio demografico, con politiche concrete di sostegno alla natalità. Lo dico da sempre: la demografia è il cuore del futuro del Paese. Non può esistere vero rilancio economico senza un rilancio delle nascite”

“Il primo passo – ha aggiunto Fontana – è prendere in mano il Piano nazionale per la famiglia e per la natalità riempiendolo di contenuti e di indirizzi, d’intesa con i diversi dicasteri che possono concorrere a raggiungere l’obiettivo del rilancio demografico. Sono perfettamente cosciente del fatto che non sarà né facile né immediato invertire un trend di questo tipo, ma ci metteremo tutto l’impegno possibile perché ne va del futuro del Paese”.

Dal canto suo, il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo, si è sfogato così: “L’Italia sta morendo. Cosa stiamo aspettando? Il tema demografico non è uno dei tanti argomenti politici, è la priorità assoluta. Anche quest’oggi l’Istat ha diramato un bollettino di guerra: ancora 15mila bambini nati in meno, nuovo record negativo storico dall’Unità d’Italia. Chiediamo con forza e preoccupazione una risposta immediata del nuovo Governo”.

“Gli ultimi dati Istat – ha sottolineato, invece, Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina, Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico – delineano un futuro incerto, soprattutto per i nostri anziani. Se da un lato aumenteranno le possibilità lavorative nel settore domestico, dall’altro si aggraverà il peso economico sul bilancio familiare già messo duramente alla prova. Sono necessarie delle strategie di welfare mirate per sostenere le famiglie datori di lavoro domestico nel lungo periodo. Stiamo già contattando il nuovo esecutivo – ha concluso – per un tavolo di lavoro sul tema”.

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