“Non ci saranno mai rimpatri in Libia dall’Unione europea o da navi europee. È stato escluso in maniera esplicita, sarebbe contro i nostri valori, il diritto internazionale ed europeo. Siamo ben al corrente della situazione disumana di molti migranti che si trovano in Libia, ed è il motivo per cui siamo impegnati con l’Onu per migliorare queste condizioni e con meccanismi di transito d’urgenza per evacuare queste persone dalla Libia. Quando si tratta di salvataggi in mare si cerca di metter fine a un business model di trafficanti che mettono in pericolo la vita delle persone”. Lo ha dichiarato la portavoce della Commissione europea, Natasha Bertaud, in conferenza stampa a Bruxelles.
“Le navi europee o delle ong con bandiera europea” che compiono salvataggi nel mar Mediterraneo “non posso sbarcare migranti in un Paese non sicuro”, ha proseguito Bertaud, facendo ancora riferimento alla Libia. Ha poi aggiunto: “Secondo la legislazione internazionale, chi coordina una operazione di search and rescue in mare è responsabile di tutta l’operazione, anche del punto di sbarco identificato. La Libia ha notificato la sua zona di salvataggio e ricerca in mare in cui è responsabile, ciò significa che in caso di operazioni tutte le barche devono rispondere agli ordini dati dai libici”.