Nonostante l’incontro pacificatore di luglio, riprende lo scambio di minacce tra Europa e Stati Uniti. Il presidente Usa, Donald Trump, ha detto in un’intervista a Bloomberg che l’offerta di Bruxelles circa le concessioni sui dazi per il settore auto non è sufficiente. In risposta il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker ha chiarito che se Trump rafforza le tariffe allora “lo faremo anche noi”. Ma i fronti aperti da Trump nella guerra commerciale sono molteplici e sempre l’agenzia Bloomberg ha diffuso giovedì l’indiscrezione secondo cui la Casa Bianca sarebbe pronta a far scattare dalla prossima settimana dazi su altri 200 miliardi di importazioni cinesi. E se oggi Canada e Stati Uniti dovrebbero raggiungere un accordo sulla revisione del Nafta, Ottawa segnala che l’intesa è ancora lontana.
Per Trump l’offerta europea che porterebbe ad azzerare i dazi sulle auto importate negli Stati Uniti “non è abbastanza buona”. Il presidente Usa ha spiegato che “le loro abitudini di consumo sono di comprare le loro auto, non di comprare le nostre auto”. La risposta di Juncker è arrivata tramite il giornale tedesco Zdf: dopo aver ribadito che l’Europa reagirà ad eventuali nuovi dazi imposti dagli Usa, il capo del braccio esecutivo europeo ha affermato che “abbiamo concordato con il presidente Trump una sorta di cessate il fuoco per quanto riguarda le nuove tariffe automobilistiche”, ricordando la sua mossa alla fine di luglio a Washington per provare a fermare le sanzioni commerciali tra Europa e Stati Uniti. “Come può accadere con le tregue, a volte sono in pericolo, ma vengono rispettate”, ha insistito Juncker.
Il numero uno della Casa Bianca non ha ceduto neanche sul fronte cinese, dove sarebbe pronto a colpire con ulteriori dazi e ha puntato il dito contro l’ordine mondiale, minacciando di uscire dalla Wto. “Se non si regola, vorrei ritirami dalla Wto”, ha detto Trump a Bloomberg, descrivendo l’accordo che ha dato vita all’organizzazione come il “peggiore accordo commerciale mai fatto”. La Cina è entrata a far parte della Wto nel 2001, una mossa che il rappresentante del commercio statunitense Robert Lighthizer aveva definito come un errore. Le minacce di Trump arrivano mentre Washington sollecita l’organizzazione ad agire contro i partner commerciali che lottano contro le tariffe imposte dall’amministrazione Usa.
Intanto i negoziati con il Canada sulla revisione dell’Accordo nordamericano per il libero scambio (Nafta) sembrano essere in stallo a poche ore dalla scadenza data a Ottawa per aderire al l’intesa già raggiunta tra Washington e Città del Messico. “Non siamo ancora arrivati” a un compromesso con gli Usa, ha detto ai giornalisti la ministra degli Esteri canadese, Chrystia Freeland, durante una pausa dalle negoziazioni con il rappresentante del Commercio statunitense Robert Lighthizer. Freeland ha sottolineato il fatto che il Canada fosse determinato a concludere “non un accordo” ma “un accordo nell’interesse” di Ottawa. Più ottimista il primo ministro canadese, Justin Trudeau, che ha detto che è ancora “molto possibile trovare un accordo che funzioni per tutti”. Trudeau ha però ribadito che “nessun accordo è meglio che un cattivo accordo”.