La grana dell’alloggio nella capitale, a San Giovanni, dell’ex ministro Elisabetta Trenta arriva alla procura militare. Dopo la notizia e le polemiche, l’abitazione assegnata a Trenta quando era ministro e non riconsegnata con la fine dell’incarico, passa sotto la lente d’ingrandimento dei giudici in divisa. Aperto quindi un fascicolo di indagine come atto dovuto, si apprende, e al momento senza ipotesi di reato né indagati. Non si placa però l’ira di Trenta che, dopo una lettera indirizzata al Corriere della Sera (quotidiano che aveva svelato la vicenda) torna a difendere le sue ragioni e ribadisce: “Non me ne vado. Ho una vita di relazioni, l’appartamento grande ora mi serve”. L’esponente pentastellata, che nei giorni scorsi si era candidata per il team che dovrebbe portare alla rinascita di M5S, si sente “sotto attacco” ed è certa che questa storia le porterà dei danni.
Le spiegazioni di Trenta per il Movimento 5Stelle “non sono sufficienti”. In un post sul blog delle Stelle, viene praticamente scaricata: “I nostri valori sono incompatibili con l’intenzione di mantenere l’appartamento. Ci sono soldati e militari che hanno davvero bisogno di un alloggio e non è il caso di Elisabetta Trenta e del marito. Questa situazione è inaccettabile anche per il lavoro che i nostri parlamentari e attivisti portano avanti da anni in tema di Difesa”. I pentastellati vanno dritto al cuore del problema e assicurano che sul tema “non sono concessi sconti. Questa è una guerra a una mentalità molto radicata nel nostro Paese. O la trasformiamo noi, o non c’è nessuno che lo farà al posto nostro”. Per questo l’invito è che “Elisabetta Trenta lasci la casa e se il marito, in quanto militare, ha diritto ad un alloggio può fare domanda e lo otterrà”. Il Blog segue la linea dettata da Luigi Di Maio, che rimarca la gravità della vicenda definendola “inaccettabile”.
Sul caso entra anche il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, che su Twitter contesta: “Non conosco l’ordinamento militare, sono però curioso di capire come si possa aprire un procedimento senza ipotesi di reato e senza indagato così come annunciato dalla procura militare a proposito dell’affaire Trenta”. Mentre Giorgia Meloni ironizza, tirando la bordata: “Bene il bonus traslochi chiesto dal M5S. Cosi’ magari la Trenta si decide a lasciare l’alloggio di servizio che non le spetta…”.