Il Covid e la gestione della pandemia irrompono nella campagna elettorale per le politiche del prossimo 25 settembre. Matteo Salvini e Matteo Renzi lanciano l’attacco al microbiologo Andrea Crisanti, tra i volti tv più noti e consultati durante le fasi più critiche dell’epidemia da Coronavirus, ora candidato dal Pd nella circoscrizione Europa. La colpa dello scienziato sarebbe quella di aver sostenuto restrizioni più dure, anche dopo i lockdown, ma a difenderlo interviene in prima persona il segretario dem Enrico Letta, che contrattacca: “A destra prevale la cultura NoVax”.
Nella girandola di botta e risposta durante la giornata, ad aprire le ostilità è in realtà il leader di Italia viva, che già avevo ironizzato sulla scelta di Crisanti (“al primo raffreddore finiamo tutti in quarantena”) e oggi rilancia: “È la candidatura non solo dell’unico virologo che aveva dubbi sul vaccino ma è anche la candidatura del teorico delle chiusure a tutti i costi”. Il professore si difende dagli attacchi di Renzi e di Salvini. E non ha alcuna intenzione di sconfessare le proprie posizioni scientifiche. Parlando con LaPresse, Crisanti spiega che se in autunno o in inverno “dovesse arrivare una variante del Covid aggressiva e che colpisce i vaccinati, bisognerebbe aggiornare i vaccini e nel frattempo studiare nuove misure o restrizioni che siano socialmente accettabili”. Poi non le manda a dire ai due leader: “Renzi banalizza 90mila morti con una battuta” che dimostra “banalità e cinismo senza precedenti”, mentre su Salvini “dobbiamo ringraziare che non fosse al governo, altrimenti penso che di morti ce ne sarebbero stati molti di più, e forse ora staremmo dalla parte di Putin”. Il segretario della Lega decide di “non rispondere agli insulti degli altri. Uno che dice che con Salvini ci sarebbero stati centinaia di migliaia di morti si commenta da solo” e “gli insulti di Letta, Renzi e dei televirologhi non mi interessano”. Tuttavia, malignamente, il leader del Carroccio pubblica su Twitter un’intervista video del professor Palù e commenta: “‘Crisanti? Un esperto di zanzare’.
Il prof. Giorgio Palù, virologo padovano di fama internazionale e presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco, parla così del ‘tele-virologo’, oggi candidato dal Pd”. A difesa dello scienziato si schierano i big del Pd. “La gragnuola di reazioni alla candidatura Crisanti chiarisce che a destra prevale la cultura NoVax” e “ha ragione Crisanti, se avessero governato Salvini e Meloni nel 2020 quante migliaia di decessi in più avremmo avuto? Ce li ricordiamo gli aprire, aprire, aprire”, interviene Letta, seguito a stretto giro dal governatore del Lazio e candidato alla Camera Nicola Zingaretti: “Gli attacchi della destra ad Andrea Crisanti per le sue idee e il suo impegno ci ricordano che, se l’Italia ha sconfitto il Covid, è grazie a noi e alla fiducia che abbiamo riposto nella scienza. Non certo per le polemiche, i no, i ni, che in un momento drammatico hanno caratterizzato le posizioni dei populisti. Cavalcano i problemi ma non li risolvono mai”.Al segretario dem replica il leader di Azione Calenda, secondo il quale “candidare virologi è a mio avviso sbagliato perché nel corso della pandemia hanno spesso ecceduto in protagonismo. Non strumentalizzare la pandemia. Grazie”. E infine ancora Renzi: “Se Letta vuole sapere qual è la differenza tra me e lui sulla pandemia gliela spiego chiara: lui e il suo partito volevano continuare a stare con Conte, Arcuri e l’esercito russo; io ho portato Draghi, Figliuolo e la svolta”.