Il centrodestra si prepara al rush finale della campagna elettorale in Emilia-Romagna a sostegno di Elena Ugolini con un evento che vede i leader riuniti a Bologna. La premier Giorgia Meloni, dopo l’incontro di sei ore con i sindacati, resta a Roma e si collega in video per l’intervento finale. Le polemiche per gli scontri fra antagonisti e polizia di sabato scorso sono ancora roventi. La premier e i suoi due vice non le mandano a dire. L’inquilina di Palazzo Chigi ammonisce il sindaco Matteo Lepore: “Diffidate sempre di chi ha una faccia in pubblico e una in privato. Io diffido di chi in privato mi chiede collaborazione e, invece, a favore di telecamera mi accusa di essere una picchiatrice fascista. Se io fossi la picchiatrice fascista che il sindaco Lepore dice, allora lui non dovrebbe chiedermi collaborazione. Un po’ di coerenza, sindaco”. E ancora: “Non so a quali camicie nere si riferisca” Lepore, “perché le uniche camicie che ho visto sono quelle blu dei poliziotti, aggrediti dai centri sociali e dagli antagonisti amici della sinistra”.
La replica del primo cittadino di Bologna non si lascia attendere. “La mia faccia – scrive in un post su Facebook rivolto alla presidente del Consiglio – è sempre la stessa e guarda verso i cittadini di Bologna, quando chiedo collaborazione istituzionale al governo e quando chiedo il rispetto della nostra città. Non scambi le richieste di collaborazione per l’alluvione con l’obbedienza al capo“. “Le ho chiesto di collaborare, falso che le abbia dato della picchiatrice fascista. Ho chiesto spiegazioni sulla gestione dell’ordine pubblico e conto – aggiunge Lepore – di 300 militanti di estrema destra e filo-fascisti a Bologna”.
Dal canto suo, il vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, cita Pier Paolo Pasolini e assicura: “Le forze dell’ordine sono figli del popolo che difendono e garantiscono la nostra sicurezza. I figli di papà che li hanno aggrediti forse era meglio che andassero a lavorare”. E l’altro vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, leader della Lega, dice dal palco: “Sono andato a incontrare i 10 ragazzi del Reparto mobile di Bologna che sono stati assaltati da 300 criminali rossi. Le uniche camicie nere sono sotto le camicie rosse: gli unici fascisti rimasti sono quelli dei centri sociali. Chiederò un encomio per quei ragazzi che per salvare altre vite hanno rischiato la loro”.
Certo è che i toni sono accesi. “Il governo ha fatto la ramanzina alla nostra città ma non ha spiegato perché” la manifestazione “non è stata evitata”, l’affondo di Lepore. E il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, replica piccato: “Sono stupefatto dalle dichiarazioni del sindaco“, “viene messa in discussione la correttezza dell’operato della prefettura e delle forze di polizia nella complessa e sempre delicata attività di gestione dell’ordine pubblico” e “ancor più grave è insinuare presunte regie o interventi ‘da Roma’”. Il titolare della Difesa, Guido Crosetto, poi si rivolge così al primo cittadino di Bologna: “Mi permetto di dirgli che parlare di un governo e di un ministro, il collega ed amico Piantedosi, che ‘con una regia mirata ci ha mandato le squadracce fasciste in città’ è non solo vergognoso verso il governo e verso il ministro, ma anche che così non fa altro che esacerbare gli animi e soffiare sul fuoco”.
Tornando alla sfida in Emilia-Romagna, per il centrodestra non sarà certo una passeggiata di salute, visto che da 54 anni il colore politico della giunta regionale non cambia. “È una delle ultime roccaforti. Non vi deve stupire – osserva Meloni – come il clima si sia surriscaldato in queste settimane, lo fanno sempre quando hanno paura di perdere il loro potere. In Liguria la sinistra era convinta di avere già vinto e, invece, i cittadini liguri hanno fatto un’altra scelta”. Anche Tajani predica ottimismo, riportando le lancette dell’orologio indietro di qualche: “Vogliamo vincere e non è impossibile vincere. Anche quando a Bologna vinse il sindaco Guazzaloca dicevano che non era possibile vincere e, invece, abbiamo vinto”. Salvini, invece, la fa breve: “Domenica e lunedì si sceglie fra l’importanza della vita della nutria e l’importanza dell’uomo e della donna”.