Noblesse oblige è stato presentato come uno dei romanzi più divertenti mai pubblicati in Italia. A firmare la storia è Enrico Vanzina. “Si tratta di un romanzo comico che segue la grandissima tradizione, che parte da lontano con Pirandello passando per Giovannino Guareschi e Achille Campanile, fino a quel capolavoro assoluto che è stato Fantozzi”, spiega Vanzina a LaPresse che aggiunge: “Sentivo proprio il bisogno di scrivere una storia come questa perché noi tutte le sere andiamo a dormire con notizie terrificanti, siamo bombardati dal presente, ricordiamo poco e immaginiamo pochissimo il futuro. Quando si scrivono i romanzi è fondamentale azzeccare i personaggi e il Principe Ascanio e Gegé sono formidabili, più dei tanti delle commedie che ho scritto. Due personaggi che hanno una loro umanità, una loro malinconia, hanno sentimento, cinismo e umorismo: personaggi a tutto tondo che mi fa molto piacere raccontare. Il sottotitolo del libro è una storia di miseria e nobiltà per cui c’è un po’ del mondo di Totò che io ho frequentato e c’è la pista della nobiltà romana che appartiene a Sordi. Per cui giocavo un po’ in casa: una visione umoristica ribaltata dei favolosi Anni ’80, perché qui i due personaggi devono rimediare un pranzo e una cena. Miseria e nobiltà. E la felicità è l’unico antidoto alla decadenza”.
Ma la commedia italiana è un po’ scomparsa dal cinema: “Come mai? C’è stato un cambiamento totale già prima del covid. Oggi abbiamo un cinema in sala con grandi difficoltà, spero si possa riprendere, una crisi dovuta all’arrivo delle piattaforme e probabilmente anche a causa della mancanza di una nuova generazione che pensa più ai festival che alla commedia all’italiana, la quale invece è sempre stata la spina dorsale del cinema italiano. In verità non c’è stato neanche un grande ricambio di attori. La fortuna che abbiamo avuto quest’anno è di avere una donna come Paola Cortellesi che è riuscita a conquistare un posto nel cartellone. Questo vuoto che c’è mi ha spinto a raccontare qualcosa di divertente. C’è stata e c’è nel cinema una crisi di prodotti e penso che il primo che realizza un film sulla commedia italiana fa il pienone. Anche perché in un mondo globale è proprio la commedia che serve. Se qualcuno al cinema vuole sentirsi italiano lo fa con la commedia che racconta il nostro paese”.
Ma Noblesse oblige potrebbe vivere anche una seconda vita oltre il romanzo: “Probabilmente diventerà un film che farò io o qualcun altro. Il secondo romanzo invece dipende dai lettori del primo”, conclude il regista.