Correre una corsa in linea di oltre 200 km, sprintare piazzandosi settimo (migliore tra gli italiani) per poi andare a prendersi una medaglia d’oro nella gara a eliminazione su pista. Elia Viviani realizza l’impresa di giornata agli Europei multidisciplina di Monaco: dalla delusione per la volata finita male nella prova su strada alla gioia per il trionfo nel velodromo di Le Messe. Il tutto in cinque ore, includendo pasto, massaggio e trasferimento dal centro città al padiglione, periferico, che ospita il ciclismo su pista.
Eppure, subito dopo l’ennesima magia di una carriera incredibile, il primo pensiero del corridore dell’Ineos Grenadiers va proprio alla corsa su strada. “Non sono stato competitivo, non capita tutte le volte di avere un percorso piatto – ha ammesso ai microfoni Rai Sport con un pizzico di amarezza – La squadra era un po’ giù ma era difficile continuare a vincere. Dovevamo essere perfetti per fare medaglia”. Che è arrivata invece più tardi, a sorpresa, dalla sua amata pista. “L’eliminazione era la mia corsa, fosse stata qualsiasi altra prova forse non l’avrei fatta. Era una occasione da prendere. E’ una giornata indimenticabile? Assolutamente”, ha raccontato il campione olimpico nell’omnium di Rio de Janeiro, che ha risparmiato energie nella fase iniziale per poi scatenarsi nel momento clou della corsa, demolendo – con la maglia arcobaleno iridata sulle spalle – la resistenza del tedesco Theo Reinhardt e del belga Jules Hesters. Gli ultimi ad arrendersi alla classe e al talento di Elia. Che adesso, dopo una giornata vissuta tutta d’un fiato (“avevamo programmato tutto, dovevo fare un buon recupero”) potrà festeggiare con i suoi compagni il compleanno di Jacopo Guarnieri. Con una medaglia d’oro in più – la prima per il ciclismo su pista a questi Europei – al collo.