E’ muro contro muro tra Governo e Arcelor Mittal. “In questo momento non c’è una soluzione”, ammette Giuseppe Conte a tarda sera mercoledì, dopo un infuocato vertice con l’azienda durato tre ore e mezza e un Consiglio dei ministri fiume, polarizzato dal caso Ex Ilva. Il premier mette subito le cose in chiaro: “Il Governo si è dimostrato compatto sullo scudo penale, l’ho messo subito sul tavolo ed è stato rifiutato – spiega ai cronisti – il tema è che l’azienda ritiene che con i livelli di produzione attuali, scesi a 4mila tonnellate, non siano sostenibili gli investimenti e di non poter assicurare gli attuali livelli di occupazione. Per assicurare la continuità aziendale ci viene rappresentato l’esubero di 5mila lavoratori”. L’alternativa sarebbe quella, pena la riconsegna dell’azienda e dei dipendenti ai commissari straordinari. Per il Governo, scandisce il capo del Governo, “non è accettabile“. Conte tiene a sottolineare, quindi, che non è il Governo a non aver rispettato il contratto. “Nessuna responsabilità dell’azienda può essere imputato al Governo, è una crisi industriale”, sottolinea. Di più. ‘L’avvocato’ illustra la sua difesa: “La produzione è scesa a 4mila tonnellate? Benissimo. A chi spetta il rischio impresa? Chi è che viola il contratto? Vogliamo dire che il Governo non rispetta il contratto?”, dice. Non è quindi la spaccatura della maggioranza sullo scudo penale ad aver fatto saltare tutto, la tesi ribadita con fermezza. “Su questo tema il Governo marcerà compatto – assicura – ma io chiedo di più: che il paese marci compatto. Questo Paese non si lascia prendere in giro. Se si fa una gara pubblica, questo è un Paese serio. Questo è il tema, alziamo tutti l’orizzonte, il nostro sguardo”, insiste. Il premier ha lanciato quello che lui stesso definisce “l’allarme rosso” intendendo a tutti i costi “rilanciare il polo siderurgico di Taranto”. Giovedì pomeriggio ha convocato a palazzo Chigi il Governatore della Puglia Emiliano, il sindaco della città pugliese e i sindacati. Il Governo, intanto, spiega, ha dato “due giorni di tempo” a Mittal per ritornare al tavolo “con proposte più plausibili”. “Invitiamo l’azienda a rimeditare queste sue iniziative. E’ inaccettabile che ci siano addirittura iniziative giudiziarie dal loro punto di vista”, spiega. Il premier ammette che, insieme al ministro Patuanelli, si stanno cercando “strade alternative”, ma in questo momento, ammette, “la cosa più concreta è richiamare alla responsabilità Arcelor Mittal”. Il presidente del Consiglio chiede l’unità di tutte le forze politiche: “Non è questione di minoranza o maggioranza, è l’intero Paese che deve reggere l’urto di questa sfida – è l’invito -sono assolutamente inutili le polemiche”.
Ex Ilva, Conte: “Disponibili sullo scudo ma inaccettabili gli esuberi”
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