Pace fatta fra Facebook e l’Australia che hanno trovato un accordo sulle news.
Il colosso del social ha deciso di ripristinare le pagine di notizie nel Paese e di revocarne il blocco della pubblicazione in Australia dopo che il governo del premier Scott Morrison ha approvato alcuni emendamenti al disegno di legge sulla condivisione delle notizie online. Per il ministro dell’Economia Josh Frydenberg e il ministro delle comunicazioni australiani Paul Fletcher gli emendamenti forniranno ulteriore chiarezza alle piattaforme digitali e alle aziende di informazione sul modo in cui si intende operare e rafforzeranno il quadro legislativo per garantire che le imprese di informazione siano equamente remunerate”. Facebook dal canto suo ha confermato che ripristinerà le notizie nei “prossimi giorni”.
Oggetto del contenzioso tra Facebook e l’Australia – che aveva portato il social network di Mark Zuckerberg a chiudere le pagine nel paese – era stata la proposta di legge sui media che il governo di Canberra sta promuovendo e che, se approvata, costringerebbe le piattaforme digitali a pagare le società editoriali per i contenuti di notizie offerti. Ora gli emendamenti potrebbero rendere il passaggio della nuova legge meno oneroso per i giganti del calibro di Facebook. L’esecutivo australiano infatti terrebbe in considerazione gli accordi commerciali precedentemente conclusi tra titani come Facebook e Google da un lato, e la stampa locale dall’altro, prima di decidere di imporre i pagamenti alle piattaforme social per la diffusione dei relativi articoli.
Il governo concederà alle piattaforme anche un preavviso di un mese prima di arrivare alla decisione finale.
Soddisfazione da Facebook: “Dopo ulteriori discussioni, siamo soddisfatti che il governo australiano ha raggiunto un accordo per introdurre alcuni cambiamenti e garanzie che prendano in considerazione la nostra preoccupazione chiave, che è quella di consentire accordi commerciali che riconoscano il valore che la nostra piattaforma eroga alle società editoriali in relazione al valore che da esse riceviamo”.