E’ stata una pioggia di critiche sulla Fase 2 cosìcome disciplinata e poi esposta da Conte Domenica sera. Opposizione, naturalmente, Regioni del Nord, prevedibilmente, pezzi di maggioranza. Il tuono che ha fatto più rumore poi è stato quello della CEI. Dal Dpcm che da il via libera alla fase 2 restano escluse le uscite per la Messa, un passaggio che non è finito sotto traccia, tanto che la Conferenza Episcopale ha attaccato duramente quando sugli schermi dei televisori italiani era ancora visibile la sagoma del premier. Di lì la retromarcia quasi simultanea, che apre lo spiraglio, anche se non esiste ancora una data precisa. Palazzo Chigi sta lavorando a un protocollo per garantire la sicurezza ai fedeli, perché una risposta va preparata, in fretta: “Non c’è assolutamente alcun atteggiamento materialista del governo”, assicura il capo del governo. Sulla cui testa sono piovute anche altre critiche (pericolose) per la tenuta della maggioranza. Soprattutto da Italia viva, che chiedeva più “coraggio” nelle scelte. Matteo Renzi promette che glielo ribadirà anche giovedì in Senato: “Non è pensabile che si tenga un Paese agli arresti domiciliari”.
Fa quadrato attorno a Conte, invece, il M5S, anche se qualcosa di diverso se l’aspettavano pure i pentastellati. Ma l’ordine di scuderia è abbassare i toni adesso, pronti a rialzarli nel caso in cui balenasse l’idea a qualcuno di attivare il Mes. Se ne guarda bene dal farlo ‘l’avvocato del popolo’, che ribatte: “Molti speravano di poter tornare alla normalità ma non ci sono le condizioni”. Concetto ribadito pure da Vittorio Colao, il manager chiamato a guidare la task force economica di Palazzo Chigi: “Questo è il primo passo per avviare l’Italia alla fase 2”. Un messaggio chiaro anche per le Regioni, che scalpitano sulle riaperture. Il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, spera che a stretto giro di posta alcune date “vengano riviste e anticipate”, mentre Lombardia, Veneto e Liguria sembrano sempre meno intenzionate ad aspettare notizie da Roma, con la tentazione di provvedere ‘in proprio’ che cresce di ora in ora. Anche per questo motivo Conte ha deciso di andare di persona in Lombardia, per la prima volta dallo scoppio della pandemia (“non sono venuto prima perché sarei stato d’intralcio”), in un mini tour in Prefettura a Milano, per poi spostarsi a Bergamo e Brescia per incontrare i sindaci delle due città, tra le più colpite dal Covid. Domani invece sarà a Genova per la posa dell’ultima campata del nuovo Ponte della A10, dopo il drammatico crollo del 14 agosto 2018.
Sullo sfondo c’è sempre il piano di riattivazione dei “motori” del Paese a tenere banco. Per il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, “ogni giorno di chiusura in più produce danni gravissimi e mette a rischio imprese e lavoro”. Poi, tra ironia e rabbia hanno caratterizzato il dibattito sull’estensione dei motivi validi per gli spostamenti alle visite ai congiunti. Da Chigi, dopo ore, è arrivato un chiarimento: nella categoria sono inclusi fidanzati e coppie di fatto. Ma c’è anche tanta delusione per le misure riservate ai bambini, praticamente inesistenti. Con le scuole ormai chiuse fino a settembre, resta l’incognita di cosa possono o non possono fare i più piccini, rinchiusi in casa ormai dal 4 marzo. Di sicuro non potranno andare agli scivoli nei parchi pubblici, che restano off limits nonostante gli ingressi nelle ville comunali saranno riammessi dal 4 maggio, sebbene contingentati. Sul tema ci sta lavorando molto il Pd, infatti il segretario Nicola Zingaretti, che sottolinea la necessità “che questo percorso si arricchisca con un ‘Piano Infanzia’, un pacchetto di misure specifiche”.
In attesa di un aggiornamento sulle Faq, le cosiddette domande frequenti, utili a interpretare le misure del governo, restano le incognite su alcuni servizi essenziali nella fase 2. Primo tra tutti il trasporto pubblico. La ministra Paola De Micheli conferma che sarà obbligatorio indossare le mascherine sui mezzi del tpl e annuncia che è allo studio la possibilità di installare distributori per la vendita dei dpi accanto alle biglietterie elettroniche. Segno del tempo che viviamo e della nuova ‘normalità’.