Nuovo caso di femminicidio a Messina. Christian Ioppolo ha confessato di avere ucciso a calci e pugni la fidanzata, la 29enne Alessandra Immacolata Musarra, trovata morta vicino al letto nel suo appartamento in contrada da Campolino, in zona Santa Lucia Sopra Contesse, un rione in collina che si affaccia sulla città dello Stretto. I genitori di Alessandra abitano nello stesso edificio, al piano di sotto, ma non hanno sentito né le urla dell’ennesima lite scoppiata tra i due fidanzati, né le grida della ragazza, colpita più volte alla testa, sbattuta a terra fino a morire.
A scoprire il delitto è stato il padre della giovane vittima. Con la moglie avevano più volte provato a chiamarla e, non avendo avuto risposta, si erano allarmati. Così ha deciso di salire in casa per capire cosa fosse accaduto. Entrato da una finestra rimasta aperta, ha trovato Alessandra sul letto in una pozza di sangue. Era morta probabilmente da qualche ora. Il viso tumefatto, il corpo pieno di lividi. Segni inequivocabili di una violenza bestiale.
I sospetti degli inquirenti – le indagini sono state coordinate dal procuratore di Messina Maurizio De Lucia – sono caduti presto sul fidanzato. Le cose nella coppia non andavano più bene. Christian era geloso di un ex ragazzo della vittima e temeva che i due si fossero riavvicinati. Era diventato ossessivo, lei aveva deciso di lasciarlo. Ieri sera l’ultima discussione. Christian ha picchiato a morte Alessandra e poi si è allontanato.
Dopo un lungo interrogatorio in Questura, Ioppolo ha ammesso di aver ucciso la compagna, confermando così i sospetti degli inquirenti. Le indagini della Squadra Mobile si erano subito concentrate su di lui. Interrogato per ore, alla fine il 26enne ha confessato, non prima però di aver cercato di addossare la responsabilità all’ex fidanzato della vittima, risultato subito estraneo ai fatti. Le domande incalzanti e le prova a suo carico, raccolti e ricostruiti dai poliziotti e dalla Procura della Repubblica di Messina, però, lo hanno fatto crollare. Il 26enne è stato posto in stato di fermo e portato in carcere in attesa della convalida.