Il Mondiale mette di fronte due squadre decisamente diverse l’una dall’altra. Il Giappone è una squadra tatticamente molto disciplinata, veloce, votata al gioco laterale e incisivo che Zaccheroni, amatissimo dal pubblico nipponico, ha costruito sull’estro dei suoi laterali e sulla capacità di Honda di penetrare negli spazi e dettare l’ultimo passaggio.
La Costa d’Avorio dal canto suo arriva con la sua generazione di fenomeni ormai un po’ in là con gli anni e con la consapevolezza di aver raccolto davvero poco rispetto a quelle che erano le potenzialità di Drogba, Kalou, Toure e compagnia. Per Drogba, il re degli elefanti, che l’ultima vera occasione per vincere qualcosa con la sua nazionale l’ha persa sicuramente nelle ultime due edizioni di Coppa d’Africa, questa è quasi certamente l’ultima chiamata.
I suoi ultimi mondiali sono stati una delusione cocente: come i precedenti del resto. Due soli tiri nello specchio della porta in 384 minuti giocati: anche se entrambi i tiri sono valsi dei gol. Troppo poco per un giocatore che in un impianto di gioco fisicamente forte e tecnicamente valido avrebbe dovuto fare la differenza.
Costa d’Avorio e Giappone non si sono mai affrontate al Mondiale: tre precedenti tutti in gare amichevoli. Due vittorie del Giappone e un pareggio.
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