Continua la polemica tra M5s e Lega per il reddito di cittadinanza. “Io il contratto l’ho firmato con Salvini“, ha dichiarato Luigi Di Maio per sminuire l’attacco di Giancarlo Giorgetti alla misura grillina.
“Il reddito di cittadinanza piace all’Italia che non ci piace”, questa frase del sottosegretario alla presidenza del Consiglio che aveva fatto rumore e aperto di nuovo il dibattito su una possibile crisi interna nel governo giallo-verde. Al convegno “Sovranismo vs populismo”, andato in scena venerdì a Palazzo Giustiniani nel quale era presente anche Giorgia Meloni (Fdi), Giorgetti aveva duramente criticato il reddito di cittadinanza, uno dei punti cardine del programma pentastellato che ha permesso al Movimento di primeggiare insieme alla Lega alle elezioni di marzo. “Piaccia o non piaccia il M5s al Sud ha vinto perché gli elettori vogliono questa misura – ha detto il leghista – che nel contratto di governo è finalizzata a incentivare i posti di lavoro, ma il pericolo che vedo è che possa alimentare il lavoro nero“. “Credo che abbia orientato pochissimi elettori delle mie zone – ha aggiunto -. Magari è l’Italia che non ci piace, ma con cui dobbiamo confrontarci e governare”.
Il pensiero ha inevitabilmente scatenato le ire dei 5 Stelle tanto che a rispondere al braccio destro di Matteo Salvini, sia nella sua pagina Facebook che Instagram, è stato direttamente Luigi Di Maio da Pescara, dove si trova per sostenere la candidatura alle elezioni regionali della candidata Sara Marcozzi. “A me l’Italia piace tutta. Non c’è un’Italia che non mi piace, mi piace il risotto alla milanese e la pizza napoletana – ha replicato il vicepremier -. Dire che il reddito di cittadinanza piace a chi non non ci piace significa dire che non ci piacciono le persone in difficoltà. Noi siamo stati eletti per aiutare anche le persone che non stanno bene”. “Io il contratto l’ho firmato con Salvini – ha continuato – e prevede il reddito di cittadinanza, le pensioni minime più alte, gli aiuti ai lavoratori, abbiamo eliminato i contratti precari: noi dobbiamo andare avanti in questa direzione perché se aiutiamo le persone in difficoltà riparte la domanda interna e tutta l’economia”.
“La differenza tra noi e quelli di prima è semplice: noi ascoltiamo i cittadini, ci consideriamo loro pari e manteniamo gli impegni – ha concluso Di Maio -. Ossia quello che dovrebbe essere la normalità per chi governa. Ma questo in Italia non succedeva da troppo tempo. Oggi (sabato, ndr) sono alla Honeywell in Abruzzo per discutere con gli operai. Sono loro che stanno parlando dal palco per dire quello di cui hanno bisogno. Io li ascolto e prendo impegni per migliorare la loro vita. Questo è il mio dovere da ministro nei confronti degli italiani, tutti gli italiani da nord a sud. La settimana scorsa ero a Napoli, lunedì sarò a Milano e posso dire con orgoglio che l’Italia mi piace tutta! Siamo al fianco di tutti gli italiani, soprattutto di quelli che in questi anni hanno avuto meno opportunità”.
Il M5s – A replicare a Giorgetti è stato anche il capogruppo di M5s al Senato, Stefano Patuanelli: “Stupiscono le parole pronunciate dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti – ha sostenuto Patuanelli -. Dire che chi ha votato il Movimento 5 Stelle è ‘l’Italia che non ci piace’ è un’offesa nei confronti di milioni di cittadini che il 4 marzo hanno scelto noi perché siamo da sempre l’unica forza politica innovativa e di cambiamento. Come Giorgetti sa bene che il reddito di cittadinanza è una misura per il lavoro, che andrà sia a chi vive al Sud sia a chi sta al Nord, che non è solo il centro di Milano, e che proprio per questo permetterà al Paese di tornare a correre. A noi piace tutta l’Italia, specialmente quella che vuole ripartire senza lasciare nessuno indietro”.
Forza Italia – A difende il sottosegretario leghista sono stati il vicepresidente del gruppo di Forza Italia alla Camera, Gianfranco Rotondi, e il deputato Fi e responsabile della politica economica Renato Brunetta. “C’è un’Italia che non piace a Giorgetti, quella del Sud piagnone che implora il reddito di cittadinanza – ha detto il primo -. La novità è che c’è un Sud che la pensa come lui. Lo incontro ogni giorno e ci incoraggia a combattere contro le ricette di questo governo. Di Maio sarà in Abruzzo, inizierà il suo tour proprio davanti casa mia. Interroghi le persone che incontrerà: vivono di lavoro e turismo, e sul tema la pensano esattamente come Giorgetti”.
“Devo ricordare al mio amico Giorgetti che tutta la campagna elettorale del centrodestra è stata fatta contro il reddito di cittadinanza – ha aggiunto Brunetta in un’intervista a Radio Radicale -. Quindi, quando esprime i suoi dubbi su tale provvedimento, e fa benissimo ovviamente, dovrebbe anche dire che il reddito di cittadinanza non è stato votato in maniera maggioritaria, ancorché relativa, dal popolo sovrano, ma è stato bocciato dagli italiani”. “Solo la mostruosità dell’alleanza Lega-M5s lo ha messo all’interno del contratto di governo – ha concluso l’ex ministro -. Così come nello stesso contratto, sono state inserite tutte le derive giustizialiste, anti infrastrutture, contro una visione liberale della società e dell’economia, anch’esse bocciate alle urne il 4 marzo”.