È bastato un nome sbagliato per mettere a repentaglio il Giro d’Italia. A poche ore dalla sua presentazione, è arrivata la minaccia del governo di Israele di togliere il supporto governativo all’evento che quest’anno prevede tre tappe iniziali nello stato e la partenza proprio a Gerusalemme.
La sede di partenza è stata indicata come West Jerusalem: una definizione che ha mandato Israele su tutte le furie. “Gerusalemme è la capitale dello Stato, non esiste nessun est o ovest”, rivendicano il ministro dello Sport e della Cultura Miri Regev e quello del Turismo Yariv Levin, che minacciano di togliere il patrocinio all’iniziativa,
“Gerusalemme è una città unita. Quelle pubblicazioni – continuano i ministri – sono una infrazione delle intese col governo israeliano. Se ciò non sarà cambiato Israele non parteciperà all’evento”. Secondo il quotidiano filo-governativo Israel ha-Yom spiega il ministero per le questioni strategiche sostiene che si tratti “di pressioni di elementi filo-palestinesi che vorrebbero sottolineare che Gerusalemme est non fa parte di Israele”.