Le luci di palazzo Chigi si accenderanno sulla riforma della giustizia mercoledì sera dopo la riunione del Consiglio dei ministri. Seduti attorno a un tavolo ci saranno i due titolari del pacchetto, il guardasigilli Alfonso Bonafede per M5S e la ministra Giulia Bongiorno per la Lega, con i due rispettivi vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Spetterà al premier Giuseppe Conte mettere ordine nelle priorità e soprattutto accorciare le distanze sui dossier più caldi: la riforma del processo penale e le nuove regole di elezione per i togati del Csm. Un primo passo, che non sarà di certo l’ultimo. La necessità è quella di agire sul disegno di legge per accelerare i tempi del processo penale e così far entrare in vigore il blocco della prescrizione, previsto per il 2020. Parallelamente si dovrà procedere con la delega al Parlamento per stabilire le modalità di elezione dei membri del Consiglio superiore della magistratura su cui pesa lo scandalo legato alla nomina del successore di Giuseppe Pignatone, alla guida della procura di Roma. L’obiettivo su questo argomento, spiegano da via Arenula, è quello di avere una riforma di palazzo dei Marescialli che sia unanime, su cui, assicura Bonafede: “Uno degli aspetti più importanti è porre un muro invalicabile tra magistratura e politica: non è possibile che un magistrato che va a fare politica possa tornare a fare il magistrato. Sarebbe bello che ogni forza politica si impegnasse a non candidare magistrati” . Nel pacchetto entrerà anche la legge sulle intercettazioni, su cui Bonafede aprirà il tavolo di lavoro venerdì anche al presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, e a un rappresentante del Consiglio nazionale forense.
Il vertice si preannuncia comunque incandescente, con i due soci di governo che hanno già dichiarato proposte e soprattutto priorità diverse. Il Carroccio vuole ridurre i tempi dei processi e sicuramente dare una stretta alla divulgazione delle intercettazioni, ma con strumenti diversi da quelli che vogliono proporre i 5Stelle. Soprattutto sulle intercettazioni Bonafede vuole cambiare totalmente pagina, rispetto alla proposta di legge a firma del suo predecessore Andrea Orlando. L’idea è di rendere pubblicabile, anche in tempi stretti rispetto al deposito delle carte, tutto quello che ha un interesse pubblico, chiudendo invece la via ai testi che riguardano fatti privati. Mentre la Lega proprio sulle intercettazioni vuole mettere paletti molto più stringenti, bloccando l’uscita delle carte nella prima fase delle indagini.
Per quanto riguarda invece il processo penale, indiscrezioni dal ministero della Giustizia, parlando di un restringimento dei tempi del dibattimento, dal sistema delle notifiche all’uso delle tecnologie informatiche per il passaggio degli atti (che dovrebbe essere online), e un restringimento dei tempi d’indagine. La Bongiorno su questo punto è stata chiara: non si devono togliere pezzi di processo, semmai “evitare i tempi morti del processo”. Secondo il Carroccio infatti bisognerebbe evitare le proroghe in particolare nella fase delle indagini preliminari. Altro nodo da sciogliere il canale che il governo utilizzerà per questi tre temi. Matteo Salvini vorrebbe un solo provvedimento che raccolga la legge sulle intercettazioni, la riforma del processo penale e anche le nuove regole per palazzo dei Marescialli. Ipotesi su cui i 5Stelle si sono già messi di traverso.