Giuseppe Conte conta di completare la squadra di Governo con viceministri e sottosegretari “il più presto possibile”, ma in realtà la partita è tutt’altro che chiusa. Il braccio di ferro più intenso, viene spiegato, è in corso nel M5S. Molti sono i parlamentari che scalpitano e c’è anche qualcuno degli ex ministri che ambissce a fare il sottosegretario.
Ai pentastellati dovrebbero andare 22 ‘poltrone’. Per arrivare a una quadra Di Maio ha chiesto ai capigruppo di tutte le commissioni di Camera e Senato di mettere sul tavolo una rosa di tre/cinque nomi. In serata i capigruppo si riuniscono e torneranno a vedersi domani per arrivare a una ‘lista’ di candidati. Dopo questo momento di condivisione, sarà il capo politico M5S ad avere l’ultima parola, privilegiando le competenze e riservandosi di scegliere lui nomi non presenti nella rosa fornitagli dai parlamentari.
I nomi forti, comunque, rimangono scritti in neretto nelle liste di chi gestisce la partita. Stefano Buffagni sembra destinato all’Economia, Manlio Di Stefano agli Esteri. Crescono le quotazioni di Luca Carabetta al Mise, mentre scendono quelle di Francesco D’Uva alla Cultura, anche se il capogruppo alla Camera dovrebbe in ogni caso entrare a far parte dell’esecutivo.
Sarebbero 18, invece, i sottosegretari in casa dem, con sei poltrone da affidare all’area renziana. In pole restano i nomi di Misiani, Manzella, Quartapell, Sereni, Morassut, Serracchiani, Verini (verso l’editoria anche se i 5S propongono Carelli). A Leu potrebbero andare, invece, due ‘poltrone’. Lavora a un nome ‘esterno al Parlamento Sinistra italiana. Rostan, Scotto e Muroni gli altri nomi in campo.
I partiti sono al lavoro per “chiudere entro la settimana”. L’optimum sarebbe nominarli nel Consiglio dei ministri di giovedì, ma in pochi sono pronti a scommetere di portare a casa il risultato.